Procedure irregolari, il Tar annulla l’appalto da 6 milioni

Contestata l’adozione di criteri e punteggi a buste già aperte.

LANCIANO. La procedura di assegnazione dell’appalto da 6,3 milioni per la fornitura di reagenti alla Asl non era né corretta né trasparente. Lo ha deciso il Tar, che ha azzerato la maxi commessa.
La decisione del tribunale amministrativo regionale chiude, salvo ricorsi al consiglio di Stato con esito diverso, una vicenda tanto lunga quanto tribolata.

Una vicenda che prende il via nel marzo del 2008, quando viene bandita la gara per la «fornitura quadriennale di reagenti e altro materiale con attrezzature in noleggio». Il bando prevede l’aggiudicazione all’offerta «economicamente più vantaggiosa». Il vantaggio è legato a una serie di valutazioni, su modalità di erogazione di prestazioni e servizi, tecnologie utilizzate e garanzie annesse. Tutti parametri che compete a una specifica commissione esaminare e valutare, attribuendo punteggi a ciascuna voce fino a comporre il giudizio finale. Che non necessariamente doveva premiare il prezzo più basso. E infatti la singolarità arriva dal fatto che la commessa viene assegnata a 6,3 milioni di euro, molto più dei 4,7 ipotizzati dalla Asl frentana.

Ma questo elemento viene solo sfiorato nelle centinaia di pagine di ricorsi che piombano sul tavolo dei giudici amministrativi appena dopo che l’ex manager, Michele Caporossi, nel giugno 2009 attribuisce la fornitura all’associazione di imprese capeggiata da Beckam Coulter (alleata con Diasorin, Biorad e Biosite). Appena il tempo di leggere le carte i legali delle tre concorrenti risultate perdenti (un’altra era stata esclusa) iniziano a elencare una lunga serie di anomalie e illegittimità che renderebbero nulla la gara.

In pratica ognuno contesta di tutto agli altri, dalla titolarità a partecipare alla gara, alle modlaità di lavoro della commissione (adozione di criteri dopo l’apertura delle buste e verbali troppo stringati per essere affidabili gli argomenti più “gettonati”). A scanso di sorprese, anche la società vincitrice presenta un ricorso per tutelare il diritto a gestire la maxi commessa. In un punto le parti finiscono per essere d’accordo, ovvero nel chiedere ai giudici di annullare la gara ove non ritenessero vincenti le rispettive motivazioni. E questo il Tar ha deliberato.