Promozione facile, 8 mesi all’ex sindaco di Lanciano

Guardia ambientale diventa vigile urbano: confermata ma ridotta la condanna per falso a Paolini, prosciolto dall’abuso

LANCIANO. Assolto dall’accusa di abuso di ufficio e condannato ad 8 mesi per falsità ideologica commessa in atti pubblici. É la sentenza emessa dalla corte di appello nei confronti dell'ex sindaco Filippo Paolini accusato dei due reati per la vicenda del vigile "atipico", il dipendente comunale del settore ambiente, Luciano Di Corinto che fu promosso ad agente di polizia municipale.

Di Corinto rappresentato dall’avvocato Errico Sacco, tornato con l'amministrazione Pupillo a svolgere la sua vecchia mansione, è stato assolto dall’accusa di concorso in abuso di ufficio per la quale in primo grado era stato condannato a 8 mesi di reclusione, pena sospesa.

L’ex sindaco, che in primo grado era stato condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione, interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena, sospesa, in appello ha visto così cancellata l’accusa principale, quella dell’abuso di ufficio e ridursi la pena della falsità ad 8 mesi.

L’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Rosaria Vecchi sul “vigile atipico” è stata avviata nel settembre 2009, ma i fatti contestati risalgono al 13 novembre 2008 quando Paolini, in qualità di sindaco avrebbe attribuito a Di Corinto funzioni di servizi di polizia stradale senza che questi avesse frequentato il corso di preparazione né superato l'esame finale.

Avrebbe così procurato al dipendente un ingiusto vantaggio patrimoniale concedendogli mansioni superiori rispetto a quelle per le quali era stato assunto. L'accusa di falso era invece relativa ad un decreto firmato da Paolini in cui avrebbe attestato che Di Corinto aveva frequentato il corso e superato l'esame e poteva svolgere la funzione di agente. «Faremo ricorso in Cassazione», annuncia Consuelo Di Martino,legale di Paolini, «aspetteremo di leggere le motivazioni di una sentenza che ha visto la parte principale, quella dell’abuso di ufficio e del presunto accordo tra Paolini e Di Corinto per la promozione, chiudersi con l’assoluzione. Assoluzione data dal fatto che Paolini come sindaco non curava le istruttorie degli atti amministrativi, non era nelle sue funzioni. Firmava atti preparati dei vari settori. Anche in questo caso non aveva partecipato all’istruttoria e aveva solo firmato i documenti preparati dai dirigenti. Anche il decreto in cui avrebbe attestato che Di Corinto aveva frequentato il corso e superato l'esame e poteva svolgere la funzione di agente, che gli è costata l'accusa di falso ideologico, è stato preparato da altri. Paolini è stato indotto in errore e lo dimostreremo in Cassazione».

Teresa Di Rocco

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