Provincia in dissesto, Di Giuseppantonio chiede aiuto a Letta

Chieti, il presidente: non abbiamo più fondi per strade e scuole. Spietato il bilancio dell’opposizione: giunta fantasma

CHIETI. . «La nostra Provincia è in condizioni critiche, il territorio rischia di franare e le nostre casse sono vuote. Bisogna aprire un caso Chieti perché il tracollo definitivo è dietro l’angolo».

Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti, lancia l’allarme rosso per un ente sempre più moribondo. Lo fa attraverso una lettera inviata ieri mattina al presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta e ai parlamentari abruzzesi. L’obiettivo è quello di ottenere un salvataggio della Provincia di Chieti sulla falsa riga di quanto accaduto con Roma e con altre città italiane in difficoltà come Catania. Anche perché la Provincia è, di fatto, in dissesto finanziario guidato imposto dalla Corte dei conti a margine della concessione, da parte dello Stato, di un prestito pluriennale erogato per tentare di arginare la situazione debitoria dell’ente. “Che è gravato,ricorda Di Giuseppantonio, da 140 milioni di euro di debiti pregressi contratti con i mutui e da oltre 12 milioni di euro inerenti al prestito relativo al piano di rientro decennale varato dal ministero. Ad aggravare le cose, poi, ci sono i minori trasferimenti dallo Stato.

Basti pensare che dal 2008 ad oggi il Governo ha tagliato alla Provincia 14 milioni di euro di trasferimenti indispensabili, di contro, per far funzionare la macchina amministrativa. Che adesso è vicina al collasso vero e proprio anche perché ci sono emergenze da sanare ma senza avere la disponibilità economica per farlo malgrado i tagli alla spesa applicati. «Quasi duemila chilometri di strade sono ormai senza manutenzione. Molte arterie stradali sono a rischio chiusura mentre 49 edifici scolastici» denuncia Di Giuseppantonio «si allagano in occasione di piogge di entità di poco superiore alla norma. Si faccia qualcosa per evitare quello che sui giornali è ormai diventato un bollettino di guerra con frane, allagamenti, crolli e pericoli vari. Non lo dico per tutelare la mia poltrona essendo alla fine del mio mandato. Se lancio questo accorato appello è solo ed esclusivamente per il bene della mia comunità e del mio territorio, che non meritano di essere relegati in serie B».

Assessori latitanti, lavori pubblici fermi al palo ed una programmazione del territorio che non viene fatta da anni. I partiti di opposizione in Provincia bocciano l’attività amministrativa e politica portata avanti dalla giunta Di Giuseppantonio nell’anno che si è appena concluso. «Il 201» attacca Camillo D’Amico, capogruppo del Pd «è stato l’anno della presa di coscienza del fallimento del centrodestra. Un qualcosa che per i nostri partiti era chiaro fin dall’inizio di questo mandato elettorale». Che volgerà a termine a fine marzo. Ma per l’opposizione è comunque tempo di bilanci. A partire dal settore delle attività produttive.

«Ci sono vertenze occupazionali, specie in Val di Sangro e nella Val Sinello, che non hanno trovato risposte. Anzi, la Provincia viaggia a tentoni sul fronte lavoro» aggiunge D’Amico «affidandosi a slogan e a buoni propositi che sono rimasti lettera morta». Non è andata meglio, a detta del centrosinistra, per quanto concerne le opere pubbliche. «Si sono solo prodotti ulteriori ritardi nell’attuazione della vecchia pianificazione dei lavori lasciata in dote dalla passata amministrazione di centro sinistra. Sono clamorosamente mancati nel 2013 e negli anni precedent» riprende D’Amico «interventi importanti sul territorio finanziati da Regione, Stato o dall’Unione europea».

Dello stesso avviso Giovanni Mariotti di Sel. «Per le opere pubbliche ci sono soldi ereditati dal centrosinistra ma lasciati nel cassetto. Per il resto siamo di fronte ad una giunta fantasma».

Criticati, in particolare, l’assessore alle politiche sociali Gianfranca Mancini, l’assessore al turismo Remo Di Martino e l’assessore all’istruzione Mauro Petrucci. Sul quale si scaglia deciso Angelo Radica, del Pd. «La delibera sul riordino scolastico presentata dall’assessore è stata bocciata dalla sua stessa maggioranza che è tornata sui propri passi accettandole indicazioni arrivate dall’opposizione». (j.o.)

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