Provincia, scatta l’allarme sui contratti

A fine anno scadono diverse posizioni lavorative che garantiscono servizi pubblici a Chieti, Ortona e Lanciano

CHIETI. Minacciano lo stato di agitazione i lavoratori dell’Agenzia formativa della Provincia di Chieti dopo che ieri mattina la giunta ha stabilito che 15 dipendenti saranno momentaneamente spostati nei Centri per l’impiego, bloccando almeno fino al 31 agosto l’attività delle agenzie di Francavilla al Mare e Castiglione.

Il 31 dicembre, infatti, scadono i contratti dei precari che prestano servizio nei centri di Chieti, Ortona, Lanciano e Vasto. Si tratta, stando ai lavoratori, di professionalità specifiche, che difficilmente possono essere rimpiazzate senza un’adeguata formazione. L’allarme è scattato in seguito alla presentazione del Testo unico del welfare alla Regione, finalizzato a riordinare le disposizioni sulle politiche attive del Lavoro.

«Insieme alla Camera del Lavoro», spiega la segretaria provinciale della Cgil Funzione pubblica, Paola Puglielli, «abbiamo chiesto di conoscere quale fosse l’orientamento della Provincia e che venisse definito un percorso che garantisse la funzionalità dei Centri per l’impiego e delle Agenzie formative per il 2013».

Alla riunione, convocata per il 19 dicembre, erano presenti solo l’assessore provinciale alle Politiche della formazione, Mauro Petrucci, e la Cgil Fp, nonostante l’invito fosse stato rivolto anche all’assessore al Lavoro, Daniele D’Amario, e alle altre sigle sindacali. Il giorno successivo, i lavoratori hanno ricevuto una comunicazione firmata dal presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, che parla di «raggiunti accordi sulla vicenda che coinvolge l’agenzia» e motiva come inevitabile la decisione di sospendere le attività, a causa dell’indecisione della Regione e dell’impossibilità dell’ente di reperire risorse per organizzare i corsi formativi che, stando a quanto raccontano i lavoratori, sarebbero già stati richiesti da circa 600 utenti. In più i dipendenti delle Agenzie formative sono convinti che i fondi ci siano e che la soluzione scelta dalla Provincia andrebbe a interrompere un’attività che funziona bene.

La Cgil è dello stesso parere: dice di non aver mai dato il proprio assenso alla ricollocazione momentanea nei Centri per l’impiego. La segretaria provinciale Puglielli sostiene che il sindacato non ha approvato la soluzione per cui opta la giunta e ribatte che «quel personale andrebbe a tappare i buchi» dei precari.

Ieri mattina, durante un’animata assemblea dei lavoratori convocata d’urgenza, Puglielli ha ribadito la posizione del sindacato : «Non c’è un regolamento sulla mobilità interna e così il problema non si risolve. Al momento non sappiamo quali sono i posti vacanti, quali sono le professionalità che servono. Il problema ha dimensioni più vaste e la politica dovrebbe dare una risposta sulle politiche attive del lavoro e sulla formazione. La Provincia ha bisogno di queste strutture, ma sembra esserci una totale mancanza di ragionamento in prospettiva. Questi servizi servono e devono rimanere pubblici».

Il coro dei lavoratori è unanime: difendono a tutti i costi la loro professionalità e non intendono andare a occupare posti per i quali non sono preparati offrendo servizi scadenti agli utenti che hanno bisogno di lavoro e formazione.

Francesca Rapposelli

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