Puccioni si oppone alla valutazione ambientale sul Prg

Ricorso al Tar con la costruzione dell’impianto Recogen Il Comune resiste in giudizio e nomina un avvocato

VASTO. Si è rivolto al Tar di Pescara per chiedere l’annullamento della Valutazione ambientale strategica (Vas) e della variante alla normativa tecnica del piano regolatore approvata definitivamente dal consiglio comunale nelle scorse settimane.

Il ricorso è stato presentato dalla ditta Puccioni, titolare di un’azienda di concimi chimici a Punta Penna, a due passi dalla riserva naturale di Punta Aderci.

Continua ad essere oggetto di contestazioni la valutazione ambientale strategica redatta da Giorgio Colangeli, il consulente di Penne incaricato dall’amministrazione comunale che nello studio mette in luce una serie di criticità (tra cui l’eccessiva urbanizzazione della Marina), senza trascurare l’impatto del progetto Recogen.

Si tratta di un impianto per la rigenerazione dell’acido cloridrico che di recente ha ottenuto il parere favorevole della commissione Via scatenando le proteste delle associazioni.

Le conclusioni cui è giunto l’esperto hanno spinto i titolari della fabbrica di fertilizzanti a rivolgersi ai giudici amministrativi per ottenere l’annullamento degli atti.

Il Comune, dal canto suo, ha deciso di resistere in giudizio delegando all’avvocatura la nomina del legale che difenderà le ragioni dell’ente nel ricorso promosso dalla ditta Puccioni. La querelle è sulla Valutazione ambientale strategica, parte integrante delle norme tecniche che, dopo un iter alquanto travagliato, sono state approvate dal consiglio comunale a distanza di sette anni dalla loro precedente adozione. Un tempo decisamente lungo per una variante normativa che, secondo le intenzioni del centrosinistra, avrebbe dovuto rimettere ordine nel caos edilizio.

Nello studio vengono analizzate tutte le criticità dello strumento urbanistico, compresa l’estrema vicinanza della zona industriale di Punta Penna alla riserva di Punta Aderci, sottolineando l’impatto del progetto Recogen.

Secondo l’esperto incaricato dal Comune «appare evidente la difficoltà di convivenza tra un’area industriale dove sono presenti due attività a rischio incidente rilevante ed un’area protetta in così poco spazio».

Anna Bontempo

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