Puccioni: troppi ritardi sul nuovo impianto

L’imprenditore della Recogen accusa la burocrazia: «Perdiamo 28 mila euro al mese di fondi Ue»

VASTO. «I ritardi e i rimpalli sul progetto Recogen ci stanno facendo perdere 28 mila euro al mese di fondi Ue». Mario Puccioni (nella foto), amministratore delegato dell’omonima industria di concimi chimici di Punta Penna, punta l’indice contro la burocrazia, colpevole, a suo dire di ritardare la costruzione di un impianto per il recupero e la rigenerazione dell’acido cloridrico. Un investimento di 2 milioni e mezzo di euro per un progetto risultato tra i sei italiani premiati nel bando europeo 2010 Ecoinnovation.

La vicenda è finita sulle pagine del Sole 24 ore. L’imprenditore se la prende con la burocrazia, ma sorvola sul fatto che la zona interessata all’insediamento è a ridosso di una riserva naturale. «I vantaggi di questo impianto consistono nel trattamento di rifiuti industriali che oggi vengono smaltiti in inceneritori o impianti di trattamento acque, oltre a dieci nuove assunzioni», spiega Puccioni, «si potrebbero ottenere, fra l’altro, solfati di ferro e zinco necessari per i fertilizzanti. Al progetto è stato accordato un finanziamento di 800 mila euro, pari al 40% dell’investimento totale previsto che è di 2,5 milioni. Il ritardo nell’inizio dei lavori ci sta facendo perdere 28 mila euro al mese. Il tutto per rimpalli delle varie amministrazioni: Regione ed enti locali», incalza l’imprenditore.

L’iter del progetto inizia nel settembre 2011, ma un intoppo procedurale blocca in partenza i lavori del Comitato Via che torna a riunirsi solo nel successivo mese di aprile. Al consenso riscosso a Bruxelles non corrisponde altrettanto entusiasmo a Vasto dove l’impianto viene avversato perché previsto a ridosso di una riserva naturale. Dopo una prima bocciatura da parte del Comitato Via arriva il placet, ma con prescrizioni. All’appello ora manca solo il parere sanitario del Comune.

«Stiamo preparando un ricorso al Tar per la nomina di un commissario ad acta», annuncia Puccioni, che parla di «lentezza autorizzativa che prende forma in procedure irrituali, se non illegittime».

Fin qui lo sfogo dell’imprenditore, cui fa da contraltare la contrarietà degli ambientalisti e della stessa amministrazione comunale. «Stiamo parlando di un progetto impattante previsto a ridosso della riserva di Punta Aderci», ribatte l’assessore all’ambiente, Anna Suriani, «piaccia o no a Puccioni si tratta di un sito sensibile che per stessa ammissione del Consiglio di Stato va preservato da certi insediamenti. Ma c’è soprattutto un problema sanitario: l’Arta non si è espressa con chiarezza sulla qualità dell’aria a Punta Penna dove ci sono persone che hanno lamentato disturbi. In mancanza di dati certi vale il principio di precauzione», conclude la Suriani.

Anna Bontempo

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