Pupillo studia la giunta-bis «Resta chi ha lavorato»

Ieri pomeriggio l’ultima riunione dell’esecutivo prima dell’azzeramento Scatta il toto-assessori: rischiano D’Ovidio, Tascione, Di Naccio e Sasso

LANCIANO. «Competenza e risultati ottenuti nella prima parte del mandato». Sono i criteri fondamentali che il sindaco Mario Pupillo ha indicato per la formazione della nuova giunta. Gli assessori si sono riuniti, ieri pomeriggio, per l’ultima volta prima che il primo cittadino desse seguito all’azzeramento di cariche e deleghe, come annunciato in conferenza stampa lunedì, in seguito alla crisi amministrativa aperta dall’ultimatum di Progetto Lanciano sull’abbassamento delle tasse e all’ufficializzazione del nuovo gruppo formato dai consiglieri di maggioranza Davide Caporale e Gabriele Di Bucchianico, confluiti nel gruppo misto.

Toto-assessori. L’azzeramento della giunta dà il via a ipotesi e congetture su chi si avvicenderà nella nuova squadra di governo, che resterà di 7 assessori. A oggi i nomi da cambiare oscillano tra due e tre, e resteranno tali se nessuna parte politica avrà troppo da recriminare. Già prima dell’azzeramento si parlava di “alleggerire” le deleghe di Marcello D’Ovidio, assessore esterno voluto dal sindaco, al quale ha sempre dichiarato massima disponibilità. Traballa la poltrona di Evandro Tascione (primo dei non eletti della lista “Lanciano nel cuore”), già messo in discussione dal collega di lista, Davide Caporale, poi uscito dal gruppo. Oggi a “reggere” l’assessorato è rimasto il solo Donato Di Fonzo, quando servirebbero almeno due consiglieri. Sotto giudizio è anche Antonio Di Naccio (Pl), assessore ai lavori pubblici, settore che spesso è rimasto indietro, secondo i giudizi, a quello vicino dell’urbanistica, guidato dal pd Pasquale Sasso. Gli altri quattro esponenti di giunta appaiono, al momento, sicuri di conferma. Il Pd, riunito lunedì sera, confermerà Sasso e Valentino Di Campli, elogiato dallo stesso sindaco per il lavoro svolto alla guida dell’assessorato alle finanze. A Pino Valente potrebbero tornare meno deleghe (fino a oggi aveva cultura, turismo, commercio, mobilità e trasporti), ma il posto in giunta è assicurato. Meno la carica di vicesindaco, al momento non toccata da Pupillo. Tranquilla dovrebbe essere anche Dora Bendotti (sociale e politiche giovanili). Il primo cittadino ipotizza deleghe senza portafoglio ai consiglieri. Resta da vedere che ruolo dare al nuovo gruppo di Caporale e Di Bucchianico.

Centrodestra. L’opposizione non resta a guardare. «In questi 30 mesi è stato mostrato spesso un atteggiamento di facciata per nascondere malumori e contrasti interni», sostiene Manlio D’Ortona (ex Pdl), «l’impegno comune mascherava, piuttosto, il lavoro individuale di qualcuno per portare avanti i propri scopi. E l’aumento delle tasse non dipendeva, in fondo, soltanto da fattori extra-comunali. Tutto questo lo si scopre per bocca del vicesindaco pluridelegato e del suo gruppo consiliare. Ora tutti sono pronti ad addossare ad altri la responsabilità, ma è certo che vi è stato un aumento devastante di tasse. Il vicesindaco ha proposto e votato in giunta tutte le delibere. Poteva, invece, proporre soluzioni diverse su tagli alla spesa o maggiori entrate. La sua conferenza stampa rappresenta una sfiducia forte all’amministrazione. Ma quali sono i suoi risultati amministrativi? I ritardi sul piano traffico, gli investimenti sul centro storico che non si vedono, l’organizzazione dei flussi turistici? La lista è lunga», rimarca D’Ortona che definisce, invece, quello di Caporale e Di Bucchianico «un gesto coraggioso che boccia chi fa solo cultura dell’annuncio». «Il cartello elettorale, invogliato e sospinto dalle dannose scelte dei vertici teatin-tollesi interpretate da qualche esponente della passata amministrazione, sembra arrivato al capolinea», bacchetta a destra e a sinistra Di Domenico, che nei giorni scorsi ha incontrato Luciano D'Alfonso, «la triade si è ridotta allo sfascio tipico di una finta maggioranza con fragili basi politiche e traguardi elettorali zoppi. Stefania Sorge

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