la nomina

Radoccia presidente del Tribunale

Originario del Vastese, prende il posto di Sabusco a fine mese

VASTO. È il giudice Italo Radoccia a prendere il posto lasciato vuoto da due mesi dal presidente del Tribunale, Antonio Sabusco.

Il magistrato di origine vastese, che attualmente è giudice del lavoro al tribunale di Chieti, dovrebbe arrivare a Vasto entro fine mese.

La notizia risolleva l’umore degli operatori amareggiati per le sorti del Tribunale istoniense. Molti di loro sono convinti che la smobilitazione prevista per il 2015 in realtà sarebbe già in atto. L'arrivo di Radoccia li smentisce e riaccende le speranze.

Il magistrato, docente universitario e autore di interessanti studi giuridici e saggi, ha ricoperto in passato anche il ruolo di pm a Crotone. Portano la sua firma le inchieste che hanno smantellato i clan dei Pulvirenti e dei Santapaola. In virtù delle inchieste contro le associazioni malavitose, Radoccia presenziò nel 2005 a tre riunioni delle Procure europee a Bruxelles sulla malavita internazionale.

«In quanto vastese, il giudice Italo Radoccia conosce bene il Vastese e le sue problematiche e questo è un particolare molto importate», affermano gli avvocati soddisfatti.

Non è previsto alcun concorso invece per l’assegnazione del posto da Procuratore capo della Repubblica al posto del giudice Francesco Prete, trasferito a Velletri. A dirigere la Procura vastese sarà il pm Giancarlo Ciani.

Avvocati e operatori amministrativi intanto non si rassegnano alla chiusura del palazzo di giustizia di via Bachelet e annunciano imminenti iniziative. Qualche settimana fa ad alimentare la speranza degli operatori è arrivata anche la richiesta fatta dal presidente del Tribunale di Chieti, Geremia Spiniello. Il giudice ha chiesto una proroga di 5 anni per lìaccorpamento a Chieti dei Tribunali di Lanciano e Vasto.

Se così fosse gli avvocati avrebbero maggior tempo per portare avanti la loro battaglia e far capire quanto importante sia per la sicurezza e l’economia del Vastese il Tribunale di Vasto.

«Se chiude il Tribunale sarà la fine di tutti gli uffici di via Bachelet», affermano gli amministrativi. «Una intera fetta della città rischia di subire la lenta agonia provocata in Val Sinello dal declassamento dell’ospedale di Gissi». (p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA