Resta invalido e chiede risarcimento

Giovane di Sulmona perde la vista, Asl di Chieti sotto accusa

SULMONA. L'intervento cardiochirurgico all'ospedale di Chieti non produce gli effetti sperati e un paziente di Sulmona resta invalido al cento per cento. L'esito e le circostanza dell'operazione hanno indotto i parenti di un sulmonese di 47 anni a chiedere alla Asl di Chieti un risarcimento di un milione e 200mila euro.

Una storia di presunta malasanità iniziata nel settembre 2003, quando un professionista sulmonese che all'epoca aveva 39 anni e che fino a quel momento aveva condotto una vita normale, svolgendo anche attività sportiva a livello amatoriale, iniziò ad avvertire limitazioni fisiche e difficoltà respiratorie. Preoccupato si sottopose ad un check-up presso l'unità operativa di cardiologia del presidio ospedaliero di Sulmona; dopo gli esami diagnostici cui venne sottoposto fu immediatamente trasferito nel reparto di Cardiochirurgia dell'ospedale di Chieti. Gli era stato diagnosticato un aneurisma dell'aorta ascendente con dilatazione funzionale della valvola aortica per cui era necessario un intervento chirurgico. L'uomo venne invitato alla sottoscrizione del consenso ai fini del relativo intervento prospettatogli: il cosiddetto "Bentall", come riportato nella citazione alla Asl da parte della famiglia, che avrebbe dovuto risolvere tutte le patologie cardio-vascolari riscontrate, dato il carattere definitivo dell'operazione chirurgica.

«Tuttavia», afferma l'avvocato Pierluigi Giampaolo, che sta curando il ricorso contro la Asl di Chieti, «il paziente, contrariamente al programma cardio-chirurgico concordato con i sanitari, non venne sottoposto all'intervento di "Bentall", ma viceversa all'itervento di "David", per il quale il mio assistito non aveva dato il proprio consenso al momento della sottoscrizione dell'informativa. La perizia di due specialisti ha evidenziato l'assoluta inadeguatezza dell'intervento chirurgico e del relativo trattamento sanitario operato dai sanitari del presidio ospedaliero di Chieti».

Da qui la decisione della famiglia del libero professionista sulmonese, rimasto invalido permanente al 100% di citare in giudizio la Asl di Chieti, chiedendo un risarcimento complessivo di un milione 185mila 730euro per i danni biologico, esistenziale e morale euro più 44.800 euro per il danno patrimoniale. La prima udienza si terrà il prossimo 4 luglio davanti al Tribunale di Chieti.

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