Restituisce il prestito ma le chiedono altri soldi

Gissi, donna cita in giudizio la società finanziaria dalla quale ha avuto 5 mila euro L’avvocato Pracilio: applicati interessi di gran lunga superiori a quelli di legge

GISSI. Stipula un contratto di finanziamento nel 2008, ma dopo aver restituito l’intera somma comprensiva di interessi che ritiene non dovuti si vede chiedere con insistenza altri pagamenti in aggiunta a quelli già effettuati. Sono le ragioni che hanno spinto una sessantenne di Gissi a rivolgersi al giudice di pace del piccolo centro montano per non versare le ulteriori somme richieste da una società finanziaria che ammonterebbero a 560 euro, dopo aver tentato una risoluzione bonaria della vicenda.

La ricorrente, assistita dall’avvocato Walter Pracilio, si riserva anche il diritto di agire in separata sede per il risarcimento del danno non patrimoniale causato da quella che lei ritiene «una illecita interferenza nella sfera privata per i ripetuti contatti telefonici da parte degli addetti».

La vicenda risale a cinque anni fa. La donna, che necessitava di un prestito per affrontare delle spese impreviste e straordinarie, stipulò un contratto di finanziamento di 5mila euro tramite l’apertura di credito in conto corrente, restituendo alla scadenza la somma complessiva di 7.480 euro tramite versamenti con bollettini postali. Il suo legale ha ricostruito la vicenda nell’atto di citazione con cui chiede al giudice di pace di effettuare una perizia contabile dando incarico a un consulente tecnico (Ctu) affinchè ricostruisca l’entità del finanziamento ricevuto dalla sessantenne, le somme dalla stessa restituite e il tasso di interesse applicato dalla società. La prima udienza è stata fissata intanto al 22 novembre.

«Alla mia cliente sono stati applicati tassi di interessi di gran lunga superiori a quelli stabiliti per legge», è la tesi sostenuta dall’avvocato Pracilio, «tassi che non sono mai stati pattuiti e dei quali la signora non è mai stata messa a conoscenza all’atto della stipula del contratto. Nonostante tutto la società le ha richiesto l’ ulteriore somma di 560 euro paventando in caso contrario azioni esecutive. In pratica la ricorrente ha restituito molto più di quanto dovuto alla società, pertanto appaiono ingiuste le ulteriori richieste avanzate».

Secondo il legale la donna, all’atto della stipula del contratto, avvenuto all’interno di un centro commerciale di Napoli, città dove è nata, non ha mai pattuito gli interessi nella misura in cui le sono stati applicati e non ha neanche ricevuto copia del contratto che, a detta dell’incaricato, le sarebbe stato recapitato all’indirizzo di Gissi.

Anna Bontempo

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