Riabilitazione, la Procura archivia il caso

Resta aperto il fascicolo sull’assistenza domiciliare integrata (Adi) sospesa a centinaia di pazienti

LANCIANO. Un filone, quello sulla “riabilitazione negata”, si avvia verso l’archiviazione. L’altro, sull’assistenza domiciliare integrata (Adi) sospesa a centinaia di pazienti, è ancora aperto. La Procura di Lanciano è impegnata su due fronti per analizzare l’assistenza sanitaria in città. Ma, se le indagini per il caso della riabilitazione negata nei mesi scorsi a circa 300 pazienti nei centri accreditati Asl per mancanza di posti a causa del taglio del budget della Regione, sono state chiuse, quelle per la sospensione dell’Adi, improvvisa e avvenuta nel febbraio scorso a oltre 700 pazienti, continuano.

«Per la riabilitazione le indagini sono chiuse e c’è la richiesta di archiviazione», ha detto il procuratore Francesco Menditto, «mentre l’altra inchiesta che coinvolge molte persone è ancora nella fase delle indagini». Sul problema della riabilitazione la magistratura aveva aperto un’inchiesta dopo l’esposto presentato all’inizio di settembre dalla nonna di una neonata di Lanciano a cui erano state negate cure definite dai medici e dall’Unità di valutazione multidimensionale (Uvm) del distretto sanitario “urgenti e inderogabili, a meno di un aggravamento irreversibile della malattia” e che nel cercare posto ha scoperto che a essere senza cura erano ben 300 pazienti, di cui 100 bambini. Un fatto che il 26 settembre scorso era diventato “un caso nazionale” con un servizio del Tg 1 sul problema. L’esposto ha dato il via alle indagini affidate alla polizia che ha ascoltato alcuni protagonisti della vicenda. «Non sono stati ravvisati reati e abbiamo chiesto l’archiviazione», dicono dalla Procura. Intanto circa 300 persone, che avevano bisogno di cure, sono rimaste alla porta. Ora il numero è tornato in parte nella norma visto che ad inizio anno si è verificato ricambio di pazienti nei centri, come il San Stefar.

Resta aperta l’inchiesta sull’Adi. Il caso scoppiò a febbraio quando il distretto sanitario, dall’oggi al domani, interruppe senza preavviso l‘assistenza ad oltre 700 persone tra cui anche malati di sclerosi multipla e patologie invalidanti, per rivedere le cartelle Adi, ritenute inappropriate.

A presentare un esposto fu Sel; Cittadinanzattiva raccolse 16 denunce di utenti rimasti senza assistenza e che hanno visto peggiorare le proprie condizioni di salute.

Teresa Di Rocco

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