Accusati di aver preteso soldi da un partecipante per restare fuori da una vendita all’incanto in tribunale

Ricatti all’asta giudiziaria

Estorsione, due agenti immobiliari arrestati in piazza.

CHIETI. «Non parteciperò all’asta giudiziaria ma mi devi pagare». Parole che hanno fatto scattare le manette per il titolare di una agenzia immobiliare di Chieti e un suo collaboratore Christian Rosito, di Pescara.
Estorsione è l’accusa che ha portato in carcere Alvaro Marino Di Primio, 62 anni, di Chieti e Christian Rosito, 37 anni, di Pescara, arrestati mercoledì mattina, in piazza San Giustino. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia, coordinato dal capitano Aldo Manzo, fuori al bar che sta vicino a palazzo di Achille, dove Di Primio e il suo collaboratore si erano appena incontrati con la presunta parte offesa che all’agente immobiliare aveva appena consegnato una cambiale dell’importo di 5 mila euro. I carabinieri, che erano stati precedentemente avvertiti, hanno aspettato fuori i due agenti immobiliari e dopo aver perquisito Di Primio, con in tasca il titolo cambiario fresco di firma, lo hanno arrestato insieme al suo collaboratore.

I fatti così come raccontanti dal denunciante, un cittadino di Guardiagrele, si riferiscono a un’asta giudiziaria che si è svolta al tribunale di Chieti, dove tra gli altri beni era stato messo al pubblico incanto un locale commerciale. Di Primio, titolare di una agenzia immobiliare in città, avendo offerto il prezzo migliore, ne aveva ottenuto l’assegnazione provvisoria, ma l’acquirente guardiese particolarmente interessato al locale perché è vicino ad un’altra sua proprietà, ha rilanciato di un sesto sul prezzo proposto da Di Primio. A questo punto, sempre secondo la versione del denunciante, sarebbe stato avvicinato dall’agente immobiliare che gli avrebbe detto, che sarebbe uscito dalla gara solo se fosse stato adeguatamente pagato.

Fissato l’appuntamento al bar vicino al tribunale, l’acquirente però ha chiamato anche i carabinieri che sono arrivati subito dopo che l’agente immobiliare aveva incassato la cambiale da 5 mila euro. Per Di Primio e il collaboratore sono scattate le manette e dopo gli accertamenti di rito i due sono stati associati alla casa circondariale di Madonna del Freddo. Difesi dagli avvocati Marco Femminella e Vincenzo Di Lorenzo, i due però avrebbero raccontato una versione diversa dei fatti. Nessuna estorsione dietro quella richiesta di denaro, ma solo un risarcimento per le spese legali sostenute per partecipare alla vendita all’asta. Tutt’al più potrebbe sussistere una turbativa.

Eppoi, dicono i difensori, una estorsione pagata con un titolo cambiario non appare del tutto credibile. Le indagini dei carabinieri sono state coordinate dalla sostituto procuratore Marika Ponziani, il magistrato di turno in questa settimana. Intanto stamane Di Primio e Rosito, assistiti dai loro difensori, saranno interrogati dalla giudice per le indagini preliminari Marina Valente nell’ambito dell’udienza di convalida dell’arresto.