VILLA SANTA MARIA

Ricompare la scritta "Dux", è stata ripulita sulla roccia

Nuova denuncia dopo le polemiche che arrivarono  in Parlamento. D'Alessandro (Italia Viva): "Decisione del sindaco che fa riemergere il disonore". E l'Anpi chiede alla Procura di Lanciano di intervenire

VILLA SANTA MARIA.  Riappare per la seconda volta ed è ben visibile la scritta Dux (duce) sulla roccia a ridosso del paese. Una scritta che già nel passato aveva sollevato polemiche arrivate in Parlamento e alla ribalta delle cronache nazionali e che anche questa volta è destinata a suscitare discussioni. A denunciare il ritorno della scritta - scolpita nel 1940,  4 metri di altezza e 3 di larghezza e in questi giorni, così come alcuni anni fa, ripulita con acqua dai licheni che ne occultavano l’esistenza  sul costone che sovrasta il comune - è sempre Camillo D'Alessando (referente regionale Italia Viva) che già quando era deputato portò il caso a Montecitorio. E l'Anpi (associazione partigiani) ha presenmtato un esposto.

"Siamo a Villa Santa Maria, nel Sangro dei patrioti della Brigata Majella, a uno sguardo dal loro sacrario. Per la seconda volta il sindaco ha deciso di fare riemergere la scritta Dux, impressa sulla roccia dalla propaganda fascista, cioè di un criminale che firmò le leggi razziali e condannò a morte milioni di italiani", attacca l'ex deputato che ricorda e che anche questa volta punta l'indice: "Quando ero parlamentare sollevai il caso, se ne occupò la stampa e testate televisive nazionali. Il tempo e il disonore nel tempo hanno cancellato quella scritta, il sindaco la fa riemergere per la seconda volta. Non vorrei che per farlo siano addirittura stati impiegati fondi pubblici. Libero di farlo proprio perché non c'è più un Dux che domina ormai solo sulla pietra". Alla domanda sul perché il sindaco avrebbe fatto riverniciare la scritta, D'Alessandro prova a dare una risposta: "Può darsi che non ci si renda conto che proprio quel nome, proprio nel Sangro, proprio anche a Villa Santa Maria ha rappresentato dittatura, morte, dolore, fame? Quando si normalizza la vergogna che è stata, la vergogna continua a vivere".

L'Anpi della provincia di Chieti ha presentato un esposto alla Procura di Lanciano ipotzzando la violazione dell'art. 2 della L. 26/4/1993 n.122 e ha inviato copia dello stesso esposto al prefetto di Chieti.
Secondo l'Anpi "non vi è alcuna giustfcazione nel ripristnare scritte o simboli del fascismo, cosi facendo si offende quant combatterono contro il fascismo e la coscienza democratica degli italiani, è un'azione intollerabile".
L'Anpi confida che "le autorità sappiano individuare e sanzionare i responsabili" e chiede a tutti democratci "un forte impegno a difendere la
memoria di quant combatterono contro il fascismo e il nazismo per ridare la libertà agli italiani e a non sottovalutare le iniziatve tese a rivalutare persone ed ideologie che privarono gli italiani della libertà, introdussero le leggi razziali e scatenarono la più sanguinosa guerra che il genere umano
abbia mai sopportato".