ORTONA

«Ridatemi i cani o mi do fuoco» 

Con alcol e accendino, e incatenato al canile, chiede la restituzione di 7 animali sequestrati

ORTONA. «Ridatemi i cani o mi do fuoco». Minacciava un gesto estremo Rocco Di Tollo, un residente di Crecchio che ieri mattina si è incatenato davanti al cancello del canile di Ortona per protestare contro il sequestro di sette suoi cani. Ha piazzato un ombrellone per ripararsi dal sole battente, si è legato con una catena e ha iniziato la rimostranza tra una serie di messaggi scritti su dei cartelloni. Accanto a sé una bottiglia di alcol e un accendino, con cui intimava una forte azione dimostrativa.
Di Tollo è arrivato a tutto questo dopo che gli sono stati tolti diciotto cani per disturbo alla quiete pubblica. Sette di questi sono di sua proprietà, degli altri undici se ne prendeva cura ospitandoli nella sua abitazione. E proprio per i sette animali di Di Tollo vige il provvedimento di sequestro, pertanto da circa quaranta giorni sono rinchiusi nel canile di Ortona. Si tratta di animali anziani, con patologie, che hanno la necessità di essere accuditi.
Sul posto ieri mattina sono arrivate una pattuglia dei carabinieri e della polizia municipale di Ortona, oltre al sindaco Leo Castiglione, che nel primo pomeriggio ha voluto incontrare il protagonista della protesta per ascoltare le sue ragioni. Dall’associazione Lida, che opera proprio nel canile ortonese, hanno espresso solidarietà a Di Tollo: «Abbiamo accettato la custodia giudiziaria gratuita altrimenti i cani sarebbero stati sequestrati e portati al canile di Fallo», dichiarano. «Abbiamo indicato un avvocato esperto animalista, che dal primo momento sta seguendo la vicenda sul piano legale, e contribuito alle prime spese per i ricorsi. Il cane Napoleone, malato di insufficienza renale acuta, è ricoverato in clinica. Il proprietario e la sua famiglia stanno tutti i giorni con i loro cani. Stiamo cercando di gestire al meglio la tragica situazione che ha colpito queste povere anime sofferenti, anche se il disagio rimane».
Di Tollo ha presentato ricorso in Cassazione contro il provvedimento e dato vita a questa dimostrazione. La sua volontà è sintetizzata in uno dei cartelloni che ha esposto: «I miei cani liberi».
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