Sabino, è arrivato il dissequestro «Ora costruiamo il nostro futuro» 

Il piazzale e le varie attività della polveriera tornano nella disponibilità del titolare dopo sette mesi Manca solo il parere del Comitato tecnico regionale su prevenzione e controllo dei rischi di incidenti

CASALBORDINO. È stato notificato alla proprietà della Esplodenti Sabino di Casalbordino il dissequestro del piazzale della polveriera. La notizia è stata accolta con soddisfazione da tutti i lavoratori e dalla stessa proprietà. «Ringrazio la Procura di Vasto», sono state le prime parole del titolare, Gianluca Salvatore, «da qui ricominceremo a costruire il futuro».
A questo punto manca solo il parere del Comitato tecnico regionale sulla la cosiddetta “Direttiva Seveso”, la norma europea tesa alla prevenzione e al controllo dei rischi di accadimento di incidenti rilevanti. A breve partiranno quindi le operazioni di ristrutturazione.
La fabbrica che dal 1973 si occupa di disarmare munizioni e bombe da tutta Europa, per il futuro intende avviare un’attività di smaltimento di batterie di auto reimpiegando così i circa 70 dipendenti al momento in cassa integrazione. A gennaio la procura di Vasto aveva disposto il dissequestro degli uffici amministrativi.
La porzione di stabilimento vicina ai cancelli, era stata già restituita al rappresentante legale, Gianluca Salvatore. Il sequestro della fabbrica era scattato il 13 settembre 2023 dopo l'esplosione che aveva causato la morte di tre operai: il 56enne Giulio Romano, di Casalbordino, il 40enne Gianluca De Santis, molisano di Palata ( Campobasso), e Fernando Di Nella, di Lanciano, 72 anni. Sull'incidente sono in corso indagini, ma tutti gli accertamenti necessari sono stati eseguiti.
Gianluca Salvatore sta cercando di garantire in tutti i modi un futuro ai 70 dipendenti. Il 9 febbraio scorso, a Roma, si è tenuto un incontro tecnico al ministero della Difesa alla presenza della direttrice del settore Industria e Difesa, Fiammetta Salomone, rappresentanti della Regione, Confindustria, sindacati e l’amministrazione comunale di Casalbordino.
Si è trattato di un incontro necessario per gettare le basi della nuova Esplodenti Sabino. La Regione ha ribadito l’impegno a trovare una soluzione che aiuti l’azienda e i lavoratori. «Si sta lavorando per garantire un domani ai settanta dipendenti dell’azienda», ha più volte spiegato il legale rappresentante dell’azienda. «Nell’ambito della ristrutturazione è inevitabile un momento di fermo per la forza lavoro. Per questo sono stati chiesti altri sei mesi di cassa integrazione ordinaria per ristrutturazione. La cassa integrazione è a rotazione in base alle necessità».
Fino ad oggi non è stato possibile avviare i lavori di adeguamento della fabbrica per via dei sigilli. Per questo la notizia del dissequestro è stata accolta da tutti con sollievo. Seppur soddisfatti, non hanno inteso rilasciare al momento alcuna dichiarazione i legali dell'azienda, Augusto La Morgia e Arnaldo Tascione. Il sito, di oltre 33 ettari, posizionato sulla collinetta che domina la riviera di Casalbordino, tornerà presto alle funzioni di un secolo fa: l’inertizzazione dei fuochi d’artificio e i razzi segnalatori, che d’altronde come attività secondaria, già venivano trattati. Lavoro sì, quindi, ma con molti meno rischi.
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