San Salvo, è caccia ai basisti

In città vista una delle auto del commando qualche giorno prima dell’assalto al furgone portavalori

VASTO. Si sono spostate in Puglia le indagini sulla rapina da 600 mila euro al furgone portavalori della società Aquila. Carabinieri e polizia stanno battendo a tappeto la zona compresa fra Andria e Cerignola. Da qui infatti proviene Vincenzo Costantino, 40 anni, uno dei presunti componenti il commando armato, arrestato a Trivento venerdì sera dai carabinieri mentre cercava di tornare a casa in autostop. E proprio a Cerignola due mesi fa è stata sgominata la banda specializzata negli assalti ai portavalori. Ventuno gli assalti armati ai furgoni del Centro-sud Italia nel 2012. Ben 164 le persone finite in manette a settembre nell’operazione “Border Less” e altre 177 quelle denunciate a piede libero.

È tra le province di Foggia e Bari che è nata una sorta di consorteria del crimine pronta a fornire, in cambio di denaro, specialisti e auto appena rubate da utilizzare per raggiungere il luogo dell’assalto ai portavalori e da distruggere subito dopo. Esattamente come è avvenuto per la Porsche Cayenne, l’Alfa 159 station wagon e l’Audi incendiate all’altezza del Villagio Siv dal commando che ha colpito a Vasto sull’A14. Le tre vetture sono state sequestrate e affidate dalla Procura di Vasto agli esperti. Dal telaio gli investigatori cercheranno di risalire al proprietario e alla città in cui eventualmente sono state rubate.

Gli agenti aggrediti venerdì dal banditi incappucciati hanno subito evidenziato che l’accento degli aggressori era pugliese. Il particolare è stato confermato anche dai guidatori dei due furgoni fermati per bloccare l’autostrada.

Intanto a San Salvo sono in tanti a ritenere di avere visto circolare qualche giorno prima dell’assalto sull’A14 una Porsche Cayenne di colore nero. Potrebbe essere una coincidenza, o forse un nuovo indizio che conferma che la città è stata un punto d’appoggio per la gang. E non solo. Una delle persone arrestate è di San Salvo. A San Salvo è avvenuto il cambio delle auto e sono stati trovati i primi 30 mila euro del bottino.

In queste ore l'attenzione degli investigatori è concentrata su altri due uomini, sempre residenti a San Salvo. Carabinieri e polizia stanno verificando gli spostamenti di diversi sospettati collegati con la malavita pugliese. Anche perché, le indagini condotte dal servizio centrale della polizia (Sco)sugli assalti ai portavalori, rivelano che i commando pugliesi sono quasi sempre affiancati dai cosiddetti “specialisti del flessibile”, malavitosi locali assoldati. In mano agli investigatori c’è un lungo elenco di nomi, fatti, circostanze da verificare.

In attesa dei risultati del Dna sugli indumenti e le armi sequestrate (tre fucili e pompa, un kalashnikov, 40 munizioni) a San Salvo e Montefalcone del Sannio, la Procura e gli investigatori tacciono. L’indagine in queste ore attraversa una fase delicatissima. Rivelare particolari potrebbe compromettere l’esito dell'operazione. Il silenzio che circonda la vicenda, tuttavia, induce a ipotizzare nuovi imminenti arresti. Certo è che dopo le operazioni “Tramonto” e “Pink Lady”, su spaccio ed estorsioni, ancora una volta emerge un inquietante connubio fra il territorio vastese e la malavita pugliese.

Paola Calvano

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