San Salvo, il parroco annuncia: «Demolisco la chiesa»

Don Michele Carlucci lo ha svelato dall’altare alla fine della messa: troppo costoso ristrutturarla. Consiglio parrocchiale e fedeli in rivolta

SAN SALVO. Il parroco vuole demolire la chiesa ritenendo che il costo dei lavori di ristrutturazione sarebbero di gran lunga superiori a quelli da affrontare in caso di abbattimento e successiva riedificazione. Ma i fedeli insorgono e chiedono l’intervento dell'arcivescovo Bruno Forte, della Cei e di Papa Francesco. C’è fermento a San Salvo dopo l’annuncio-shock di don Michele Carlucci che, al termine della messa, ha comunicato la decisione di voler abbattere la chiesa di San Nicola Vescovo, nel centro storico, per costruirne una nuova. Contro la demolizione sono insorti il Comitato cittadino capitanato da Corrado De Leonardis e il consiglio parrocchiale. Minacciano manifestazioni ed iniziative, anche a carattere regionale e nazionale, se non ci sarà un ripensamento in tal senso. A San Salvo ieri è stato l’argomento del giorno, che è riuscito a far passare in secondo piano lo scenario politico cittadino in vista delle elezioni comunali di primavera.

COMITATO CITTADINO. «La scelta comunicata da don Carlucci al termine della messa domenicale è quella di demolire la struttura e ricostruirla ex novo, pur non specificando dove e come, cercando di nascondersi dietro una scelta effettuata dalla Curia chietina», è la ricostruzione di De Leonardis, portavoce del sodalizio, «non eravamo visionari e delatori quando un anno fa abbiamo anticipato le vere intenzioni del parroco. Eravamo rimasti rispettosamente in attesa di essere ascoltati dalla Curia prima di una eventuale decisione, così come telefonicamente ci era stato richiesto dalla segreteria del vescovo. Volevamo portare a conoscenza le nostre ragioni, ma questo non è avvenuto, probabilmente non interessa il parere di una parte della comunità, una comunità educata al rispetto, alla collaborazione, alla voglia di lavorare insieme e dello stare insieme, che è parte della storia di questa città. Siamo stati educati a fare delle scelte, ma la scelta non è esclusione a priori, è semplicemente il desiderio di consentire a tutti di poter dare un contributo, un dialogo costruttivo per tutti, che non può essere su scelte e decisioni già effettuate». Il Comitato auspica che venga trovata «una diversa soluzione» e chiede un incontro a Forte annunciando incontri, manifestazioni ed iniziative di riscontro regionale e nazionale, chiamando in causa anche la Cei e Papa Francesco.

CONSIGLIO PARROCCHIALE. Ed esprime forti perplessità e preoccupazioni, in merito alla ventilata demolizione dell’edificio a favore di una nuova costruzione, anche il consiglio parrocchiale. Le ragioni alla base di questa posizione sono diverse. «Non appare credibile che il costo della ristrutturazione della chiesa, costruita quarant’anni fa, possa risultare superiore ad un abbattimento con successiva edificazione. Appare poco serio, per lavori di questa portata», prosegue il consiglio parrocchiale, «aver ascoltato solo la voce di un unico tecnico che non è riuscito a dare altra soluzione. Non sono stati indicati tempi di realizzazione che andrebbero ad influire negativamente sulle attività della parrocchia. Non è stato ascoltato o coinvolto nessun organismo parrocchiale, se non il Consiglio degli affari economici parrocchiale che pure aveva espresso parere negativo». Il consiglio «senza negare il bisogno di effettuare lavori di consolidamento e di impermeabilizzazione della struttura esistente», chiede al parroco don Michele Carlucci, al vescovo Bruno Forte e all’intero Collegio dei consultori della Diocesi un veloce ripensamento volto a valutare meglio la situazione dell’edificio nell’intento di trovare l’unità di una comunità parrocchiale, la sua sicurezza e l’inutile sperpero di denaro». Il consiglio rimane a disposizione «per un confronto fraterno, certo che nel dialogo si celi la giusta soluzione che riesca ad armonizzare le diverse posizioni».

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