l'allarme

San Vito, emergenza cinghiali: "In 21 nel giardino di casa"

Il racconto di una donna costretta a barricarsi in casa nelle ore serali. Ha scritto a Comune e Provincia. Il sindaco: l’abbattimento sospeso dal prefetto

SAN VITO. Ventuno cinghiali nel giardino di casa, a pochi passi dal centro cittadino, in mezzo a villette abitate e la strada, frequentatissima sia a piedi che in auto, che dal paese porta al mare. Assume contorni sempre più drammatici l’emergenza cinghiali sulla costa e in particolare a San Vito. Una donna che vive da sola in una casa sotto via Panoramica è costretta, ormai da marzo, a una convivenza forzata con un gruppo di ungulati che le fanno visita quasi ogni giorno.

«Inizialmente erano 4-5 esemplari», racconta disperata, «una mamma con una cucciolata. Ma poi hanno cominciato a venire a frotte, l’altro giorno ne ho contati 21. Ad una certa ora della sera sono costretta a barricarmi in casa, e ho paura perché oltre alle cucciolate controllate a vista dalle mamme, adesso ci sono anche due esemplari maschi che fanno la lotta tra loro».

La signora, che vive da sola, ha scritto alla Provincia, al prefetto e al Comune, ma le istituzioni hanno le mani legate ora che anche il selecontrollo è stato sospeso. «L’ordinanza per la cattura e l’abbattimento dei cinghiali emessa dal Comune questa estate», racconta il sindaco Rocco Catenaro, «è stata sospesa dal prefetto che ha ritenuto troppo pericoloso poter sparare, seppur con personale tecnico qualificato, all’interno di zone residenziali. Ma il fatto è che questo problema sta assumendo i tratti di un vero e proprio pericolo alla pubblica incolumità. Abbiamo decine e decine di segnalazioni e gli avvistamenti dei cinghiali sono continui e spesso in zone abitate».

La donna che risiede in via Panoramica non si dà pace: «Una volta stavo annaffiando i fiori in giardino e mi sono ritrovata un cinghiale proprio davanti la faccia», continua, «hanno distrutto sedie di plastica, attrezzi da giardino, vasi, terreno. Sono costretta a far rumore con delle racchette da tennis di legno, ma non ce la faccio più». La signora chiede che vengano effettuati maggiori controlli e che il Comune si accolli la spesa di una recinzione.

E il dramma prosegue in tutta la zona: in contrada San Fino, Vallevò, ma anche in zone centralissime come via Sanzio. Le segnalazioni dal Comune vengono inoltrate alla polizia provinciale e per conoscenza in prefettura, ma poi l’iter si ferma lì. Il selecontrollo, inoltre, che da giugno ad agosto ha permesso l’abbattimento di oltre 240 animali solo nell’Atc chietino lancianese, è potuto intervenire solo sulla difesa delle colture, ma nulla si può fare per quelle zone, come riserve naturali, sic e aree protette, dove è interdetta anche la caccia. I cinghiali si rintanano lì e nei numerosi calanchi della costa dove perfino i cani da caccia hanno paura a stanarli perché vengono attaccati dai branchi. «Stiamo parlando di centinaia di esemplari», racconta preoccupato un cittadino, «si tratta di una vera e propria emergenza».

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