Santa Maria Imbaro, rapina in villa: «Sono stati minuti di terrore» 

Il terribile racconto dei coniugi Delle Vigne aggrediti al rientro da lavoro: «Hanno spaccato i finestrini dell'auto, ci hanno trascinati fuori e picchiati»

SANTA MARIA IMBARO. «Ci hanno trascinato di peso fuori dall’auto dopo aver spaccato i finestrini. Ci hanno immobilizzati. Sono volati subito calci e manganellate. Mi hanno colpito in testa con un piede di porco, mia moglie ha visto il sangue uscire e mi ha fatto da scudo. Le ha prese anche lei, ma mi ha salvato la vita». C’è angoscia e terrore negli occhi e nella voce di Massimiliano Della Vigne, 46 anni, titolare della storica ferramenta “Tommaso Delle Vigne”, e di sua moglie Rossella Tortella, mentre raccontano i lunghi minuti di terrore vissuti martedì sera quando sono stati aggrediti, rapinati e picchiati da almeno cinque malviventi mentre rincasavano. Col volto coperto da passamontagna i banditi sono entrati nella villa, in via Provinciale per Rocca, aprendosi un varco nella recinzione laterale.

leggi anche: Santa Maria Imbaro, il sindaco Di Nunzio: «In questa zona non viviamo più tranquilli» SANTA MARIA IMBARO. «Questo era un territorio tranquillo, ora non lo è più. Siamo stati costretti a cambiare abitudini di vita: chiudiamo sempre porte e finestre e abbiamo addosso un senso di paura»....

Hanno poi narcotizzato i due cani meticci che girano nel giardino davanti alla casa, che sorge alla fine di un viale alberato, e hanno atteso che i coniugi tornassero. Appena rientrati dal lavoro, attorno alle 20,40, la coppia ha subito notato l’assenza dei cani, che di solito corrono loro incontro. Neanche il tempo di capire cosa stesse accadendo che sono stati assaliti. «Hanno spaccato i finestrini dell’auto con un piede di porco e ci hanno trascinato di peso fuori», racconta il commerciante ascoltato ieri mattina, con la moglie, per 4 ore nella caserma dei carabinieri di Fossacesia. «Ci hanno chiamato per nome: Massimiliano e Rossella, segno che ci conoscono», dice Delle Vigne, «ci hanno immobilizzati e hanno intimato di aprire la porta di casa senza far scattare l’allarme. Io ho aperto e ho cercato di fronteggiarli, ma hanno cominciato a picchiarmi. Ho preso calci, manganellate. Ci hanno strattonati. Mia moglie è entrata in casa, ha visto il sangue che mi usciva dalla testa e con coraggio ha fatto scattare l’allarme. Poi mi ha fatto da scudo. Le ha prese per proteggermi. Senza di lei sarei morto», dice Massimiliano prendendo la moglie per mano e guardandola amorevolmente.

leggi anche: Santa Maria Imbaro, picchiati e rapinati in casa al rientro da lavoro Massimiliano Delle Vigne e la moglie colpiti con una mazza di ferro da 5-6 persone: feriti e sotto choc danno l’allarme

Al suono dell’allarme i ladri sono usciti di casa portando via l’incasso della ferramenta che i titolari avevano con sé. Moglie e marito ne hanno approfittato: hanno chiuso la porta e si sono barricati dentro. Subito hanno chiamato 118 e carabinieri. Sul posto sono arrivati i militari di Fossacesia e quelli del Nor di Ortona guidati dal maggiore Roberto Ragucci. «Sono stati lunghi minuti di terrore», rimarca Delle Vigne, «anche quelli chiusi dentro casa, in attesa dei soccorsi. Siamo stati in ospedale fino alle 2 per medicare contusioni e ferite, io ho cinque punti di sutura in testa». Anche i vicini hanno sentito l’allarme e sono accorsi alla villa. «Ho sentito la sirena suonare, stavo cenando», racconta un vicino, «non mi sono alzato subito perché l’allarme di solito suona quando Massimiliano rientra. Ma poi lui lo spegne subito, invece quella sera continuava a suonare. Mi sono affacciato dal terrazzo ma col buio non riuscivo a vedere. Poi sono arrivati i carabinieri e il 118. Questo era un posto tranquillo, ora non lo è più».

leggi anche: «Ma un solo caso non significa emergenza»  Il prefetto Corona ridimensiona l’episodio ma coglie l’allarme sociale: assicuriamo impegno costante

Tutti hanno più paura ora, la stessa che provano Massimiliano e Rossella che si sono sentiti braccati, violati nell’intimità della propria casa, che doveva essere luogo di riposo tra filari di viti, piante di olivo e pini, da banditi senza scrupoli. Che non hanno esitato a picchiarli con manganelli e piede di porco. «Quello che abbiamo subito è una lesione alla libertà», chiude il commerciante, «non solo quella nostra ma di tutta la comunità locale che ormai non può stare sicura in casa propria. Invito le istituzioni a prendere provvedimenti perché altrimenti non so come andremo a finire». Le indagini dei carabinieri della compagnia di Ortona, coordinate dalla Procura di Lanciano, continuano. La pista seguita è quella di una banda locale che è riuscita a portare via l’incasso giornaliero dell’attività e la borsa della donna. L’ammontare è ancora da quantificare con precisione, ma pare si aggiri sui 5mila euro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA