Scarichi a Montevecchio: scattano i controlli

Verifiche in un terreno dopo che un video ne segnalava l’inquinamento. D’Urso: non è acqua di fogna

VASTO. Scarichi fognari, fanghi industriali o semplice acqua stagnante? Saranno le verifiche in corso sulla collina di Montevecchio, in un terreno abbandonato alle spalle di una struttura ricettiva, a chiarire se si tratta dell’ennesimo caso di inquinamento. I controlli sono scattati di buon’ora ieri dopo l’allarme lanciato da Stefano Moretti dell’Osservatorio regionale anti-mafia che la sera prima aveva diffuso su Facebook un video relativo a un campo contaminato da reflui, circostanza che è ancora tutta da verificare.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Noe di Pescara, la polizia municipale, il corpo forestale e la guardia costiera. Coadiuvati dai tecnici della Sasi hanno compiuto accertamenti a monte - anche con l’uso del tracciante - per verificare la presenza di eventuali scarichi. Sono stati prelevati anche dei campioni che devono essere analizzati dall’Arta. Certo è che ieri da quelli parti c’è stato uno spiegamento di forze di tutto rispetto.

«Prima di sbilanciarmi aspetto la risposta delle analisi, ma non ci sono al momento elementi che fanno pensare a reflui fognari», attacca Giuliano D’Urso, comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Vasto, il quale ipotizza che possa esserci stata una rottura della condotta idrica o che l’acqua provenga da una villa il cui prato viene annaffiato più volte al giorno ristagnando sul terreno argilloso e conferendogli l’aspetto melmoso. «Di sicuro posso escludere qualsiasi impatto sulla balneabilità del mare», riprende D’Urso, «il terreno è in linea d’aria distante tre o quattro chilometri dal litorale».

Molti sono convinti che ci sia stato un inutile allarmismo. «Sono contento che le autorità preposte siano intervenute», commenta dal canto suo Moretti, che nei giorni scorsi ha presentato una denuncia, «mi auguro che non si tratti di fanghi industriali. Ho chiesto l’immediato intervento dei carabinieri del Noe vista la gravità della cosa e considerato che mio figlio, di due anni, è stato contaminato dopo un bagno in mare. I reflui si infiltrano nelle falde e attraverso i canali di scarico delle acque bianche vengono condotti in mare». (a.b.)

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