Sequestra, picchia e minaccia la fidanzata 

Ventisettenne finisce a processo. «Pubblico le tue foto porno»: così terrorizzava la ragazza, studentessa universitaria

CHIETI. È accusato di aver sequestrato in auto la fidanzata, prendendola a pugni e portandole via il cellulare dopo una serie interminabile di atti persecutori dovuti «a un’insana e immotivata gelosia». A.I., 27 anni, di Guardiagrele, è finito sotto processo davanti al tribunale di Chieti per una sfilza di reati: sequestro di persona, rapina, lesioni personali e stalking. Ieri il giudice Isabella Maria Allieri, su richiesta del pubblico ministero Giuseppe Falasca, lo ha rinviato a giudizio fissando la prima udienza al 27 marzo prossimo. La vittima, una studentessa universitaria di 20 anni, anche lei guardiese, si è costituita parte civile con l’avvocato Monica Passamonti. L’imputato, difeso dall’avvocato Biagio Carosella, nega invece ogni accusa.
Secondo la procura, A.I. ha minacciato e molestato la fidanzata in modo da causarle «un perdurante e grave stato di paura e timore per la propria incolumità». Ha iniziato così ad assumere un atteggiamento pressante nei suoi confronti, «inducendola a interrompere le relazioni con gli altri coetanei». Non tollerava nessun tipo di approccio, anche telefonico, con i colleghi universitari. In questo modo, sostiene sempre l’accusa, «ha condizionato la sua vita relazionale arrivando a dirle, dopo aver saputo che si era fermata a parlare con l’ex fidanzato, che avrebbe pubblicato telematicamente delle sue foto porno e che avrebbe pagato delle persone per uccidere il presunto rivale in amore». Non solo: ha preteso che la ragazza gli chiedesse il permesso per uscire, studiare e fare qualsiasi altra attività, «intimandole di mandargli un messaggio ogni ora per avere il controllo su di lei». L’11 ottobre scorso si è verificato l’episodio più grave, perché il giovane è passato dalle minacce alle botte. Ha costretto la ragazza a salire sulla sua auto e, dopo averla obbligata a consegnare il telefono per visionare tutti i contatti avuti, l’ha picchiata a più riprese vicino al cimitero di Guardiagrele e in un parcheggio. Il 27enne, prima di colpire la fidanzata con pugni, schiaffi e sputi, ha chiuso le portiere in modo tale che lei non potesse allontanarsi. Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Guardiagrele. L’avvocato Passamonti ha ricordato come alcuni testimoni abbiano assistito all’aggressione, sottolineando che il giovane ha continuato a perseguitare la vittima in modo ossessivo e minacciandola anche durante un incontro con il padre di lei. La difesa dell’imputato, invece, ha sostenuto la totale falsità di quanto denunciato dalla giovane, sia perché la ragazza si è fatta medicare in ospedale solo qualche giorno dopo l’aggressione e sia perché ci sono delle mail successive tra i due fidanzati.
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