Sesso per l'alloggio popolare, assessore arrestato a Chieti

Ivo D'Agostino (Udc) accusato di violenza sessuale e concussione. Contro di lui tre donne straniere e due italiane: ricattate per la casa popolare

CHIETI. Prestazioni sessuali in cambio di un alloggio popolare regolarmente richiesto da cinque giovani donne, tre straniere e due italiane, in condizioni economiche disperate. Per questo l’assessore alle politiche della casa, Ivo D’Agostino, ieri mattina è stato arrestato - misura cautelare che trascorrerà a casa - dagli uomini della squadra mobile, coordinati dal vicequestore Francesco Costantini, nel contesto della operazione «Sex for house». Le accuse sono di violenza sessuale, tentata e consumata, aggravata in ragione del suo ruolo di amministratore pubblico e di concussione.

Le indagini sono durate un mese e mezzo e partite il 6 giugno scorso, giorno in cui una donna di origini cubane che ha riferito di essere stata oggetto di attenzioni da parte dell’assessore in cambio di una casa popolare, alloggio per il quale la giovane donna era in graduatoria.

Da quel momento gli uomini della Mobile, l’ispettore superiore Bruno Gasbarri, gli ispettori capo Fabrizio Purgatorio e Nicola Di Nicola e l’assistente capo Alessandro Di Michelangelo hanno continuato ad indagare e ascoltato altre quattro donne, che tra di loro non si conoscevano, e che hanno raccontato esattamente le stesse storie esposte nella prima denuncia. L’assessore le riceveva nei vari uffici del Comune, a sua disposizione in ragione delle altre deleghe - Protezione civile, Igiene e sanità, Viabilità, traffico trasporti,toponomastica. Prima incominciava a instaurare con loro una conversazione che dal confidenziale passava al pesante. Fino ad arrivare a palpeggiamenti, frugatine con le mani tra le parti intime. In un caso, ed è scritto nella ordinanza di custodia cautelare del Gip Paolo Di Geronimo, si sarebbe sceso i pantaloni e preteso che la povera donna gli toccasse il pene. E questa, sarebbe la parte, se così si può dire, più leggera perché in altri casi ha consumato veri e propri rapporti sessuali. Tutto questo avveniva negli uffici comunali centrali o in quelli periferici di viale Amendola e all’ultimo piano della scuola media Antonelli che erano a disposizione delle associazioni di Protezione civile.

Con le donne l’assessore D’Agostino instaurava inoltre un rapporto assiduo di telefonate ai limiti dello stalkeraggio. In un caso gli investigatori della seconda sezione hanno assistito a una telefonata fatta a una delle parti offese dal delegato di Di Primio, mentre la donna era negli uffici della questura.

«Le indagini sono state laboriose perché a parte la prima denuncia», dice il dirigente Costantini in conferenza, «le altre donne avevano paura a riferire i fatti, per paura di non avere più la casa o di perderla».

«Abbiamo raccolto in un mese e mezzo le grida di dolore», continua Costantini, «di donne vessate dall’assessore. Alcune lo hanno subito completamente perché non avevano il coraggio di ribellarsi».

Alcune giovani donne che facevano riferimento alla Caritas diocesana a causa del loro grave stato di indigenza, sono state accompagnate in questura dallo stesso responsabile del sodalizio religioso.

Gli investigatori continuano le indagini anche perché non escludono che tra le vittime ci siano altre donne.

Peraltro una delle quattro dopo il fatto sembra che sia caduta in una grave forma di depresssione.

Quando ieri mattina gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare a casa, l’assesore non si è turbato più di tanto . «Ah sì, la loro parola contro la mia», ha risposto all’atto della notifica.

Il pubblico ministero Lucia Anna Campo, sulla base del materiale raccolto dai poliziotti aveva chiesto il carcere.

«Questi sono fatti gravissimi», ha detto il questore Filippo Barboso, ad apertura della conferenza con i cronisti, «di difficile gestione, ma che abbiamo svolto molto serenamente perché noi della polizia non ci fermiamo di fronte ai poteri forti. Perché le persone vanno tutelate e difese. Il ricatto non ci troverà dall’altro lato chiunque sia l’autore».

©RIPRODUZIONE RISERVATA