Sesso per le case popolari, l’ex assessore di Chieti verso il patteggiamento

Ivo D'Agostino è accusato di violenza sessuale e concussione, la difesa non si presenta all’udienza al Tribunale del riesame e l’assistito resta agli arresti domiciliari

CHIETI. Ivo D’Agostino, resta agli arresti domiciliari. Gli avvocati Domenico Di Terlizzi e Edgardo Ionata, non si sono presentati all’udienza di ieri mattina davanti al Tribunale del riesame dell’Aquila al quale si erano rivolti in sede di appello contro la decisione del Gip di Chieti Paolo Di Geronimo. Il giudice per le indagini preliminari, dopo aver firmato la custodia cautelare, sollecitato dall’istanza dei legali, aveva negato la libertà a D’Agostino. É dal 30 luglio scorso l’ex assessore dell’Udc, con delega alle politiche della casa, è in custodia cautelare per violenza sessuale e concussione nei confronti di cinque donne, straniere e italiane, alle quali, dicono le accusatrici, chiedeva sesso in cambio di un alloggio. Dopo il no del Gip Di Geronimo di rimetterlo in libertà, ieri avrebbe dovuto tenersi l’udienza davanti al Tribunale del riesame, al quale gli avvocati Di Terlizzi e Ionata si erano rivolti. Ma i legali, probabilmente per strategia difensiva, hanno rinunciato a discutere l’appello.

Intanto sembra che sia intenzione della difesa chiedere il patteggiamento per il loro assistito. Inchiodato dall’incidente probatorio (chiesto e ottenuto dalla procura a ridosso dell’arresto), durante il quale tutte e cinque le denuncianti hanno confermato gli approcci sessuali dell’assessore, il patteggiamento potrebbe essere l’unica via da imboccare, escluso, come la difesa certamente sottolineerà, che si tratti di una ammissione di colpa. Tuttavia la scelta del rito alternativo sembra improbabile da ottenere, considerata la gravità dei reati contestati: violenza sessuale che prevede una pena da 5 a 10 anni e concussione per il quale il codice penale fissa una pena dai 4 ai 12 anni.

L’inchiesta su D’Agostino è iniziata lo scorso 6 giugno quando una delle cinque donne dopo essersi recata dall’assessore per chiedere una casa si è vista, sempre a suo dire, oggetto di particolari attenzioni: baci, palpeggiamenti nelle parti intime. La donna dopo diverse resistenze è uscita spaventatissima dall’ufficio comunale e ha chiesto aiuto, poi, visto che qualcuno del Comune l’aveva diretta ai vigili urbani, altro settore al quale l’assessore era delegato, si è rivolta alla polizia. La squadra mobile, coordinata dal vicequestore, Francesco Costantini, ha raccolto la denuncia. Sono stati poi gli uomini e le donne della seconda sezione, a fare il resto. Alla prima denuncia ne sono seguite altre quattro. Tuttele donne, in condizioni economiche assai precarie, hanno raccontato degli approcci dell’assessore, tutte, senza conoscersi l’una con l’altra, hanno riferito le stesse modalità di comportamento. Denunce che hanno confermato in sede di incidente probatorio.

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