Sevel, ferie per recuperare il blocco dei tir

Ipotesi per sanare la perdita di 5 mila furgoni a causa dello sciopero dei Tir

ATESSA. Non si parla più di recupero produttivo in Sevel, la fabbrica del Ducato Fiat che la scorsa settimana ha dovuto chiudere per mancanza di materiale dovuta allo sciopero dei mezzi pesanti che ha interessato soprattutto la Val di Sangro. La parola d'ordine è ora copertura. Significa che, almeno secondo le ultime voci ufficiose che circolano nello stabilimento di contrada Saletti, i quasi 5 mila furgoni persi non saranno sostituiti da altre giornate produttive. Al più si ricorrerà alla copertura economica dei giorni di fermo.

Così come appreso da fonti interne all'azienda, questa soluzione dovrebbe avvenire attraverso il ricorso alle ferie e ai permessi individuali. Una decisione che sta già allarmando i sindacati, ma che è in linea con il contratto nazionale e con il contratto firmato appena un mese fa con il Lingotto da tutte le sigle sindacali ad esclusione della Fiom che è infatti rimasta fuori dai cancelli di tutti gli stabilimenti Fiat.

La casa torinese ha sei mesi di tempo per rientrare dall'emergenza.

I quattro giorni lavorativi persi, per un totale di 13 turni, saranno molto probabilmente pagati con i permessi e le ferie residue dei lavoratori. Chi non dovesse averne dovrà intaccare le ferie non ancora maturate del 2012.

«Un atteggiamento inaudito», tuona Marco Di Rocco, segretario provinciale della Fiom-Cgil, «in questo modo l'azienda vuole guadagnarci due volte: una prima volta pagando con le ferie un fermo forzato e dovuto a cause di forza maggiore, e una seconda volta assicurandosi che in futuro, avendo meno ferie, i lavoratori potranno essere più produttivi».

Ma c'è qualche titubanza anche da parte dei cosiddetti sindacati "interni".

Esprime disappunto infatti anche la Fim-Cisl per voce del segretario provinciale Domenico Bologna: «Per quanto ci riguarda chiederemo la cassa integrazione», avvisa Bologna, «non tutti i lavoratori hanno residui di ferie e non è giusto utilizzare le ferie non ancora maturate di quest'anno».

Che la situazione sia tesa lo dimostra anche il fatto che ieri l'azienda, una volta convocate le rsa per comunicare le modalità di copertura, si è vista costretta a rimandare ad oggi l'incontro.

Intanto si muove qualcosa in casa PSA, il partner francese di Sevel.

PSA sta cercando un nuovo partner per condividere i costi di sviluppo e di industrializzazione dei nuovi modelli che sostituiranno tra 5 anni il Peugeot Expert e il Citroen Jumpy, progettati e fabbricati assieme a Fiat. Questo in previsione che nel 2017 non venga rinnovata la joint venture paritetica tra PSA e il Gruppo torinese relativa alla Sevelnord, una realtà industriale che opera dal 1992 nello stabilimento (ex Chrysler) di Valenciennes, sotot la direzione operativa di Peugeot Citroen.

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