Sevel, nuovi turni E il sabato mattina diventa obbligatorio 

Atessa. Da domani aumentano i tempi di lavoro per il Ducato Martedì confronto a Torino tra dirigenza e sindacati

ATESSA. Al via da domani la grande rivoluzione sui turni di lavoro in Sevel, la fabbrica dei furgoni commerciali leggeri che, per far fronte ad una maggiore capacità produttiva, a fronte di anni di record di vendite, dopo decenni si trova ad aumentare i tempi di lavoro da 15 a 17 turni. Sevel era rimasto l’unico stabilimento nella galassia Fca (Fiat-Chrysler) ad avere ancora 15 turni lavorativi e i turni notturni volontari. Ma l’aumento è necessario per affrontare una produzione che si aggira quest'anno sui 300mila veicoli e che si confermerà anche il prossimo anno. Il cambiamento, che per contratto stipulato dai sindacati Fim, Uilm, Fismic e Ugl con Fca può essere imposto dall’azienda senza confronto sindacale, ha creato tuttavia non poche reazioni in fabbrica.
I turni sarebbero dovuti aumentare già dallo scorso maggio, ma, complici la fredda accoglienza dei sindacati e delle difficoltà sulle forniture subite da Sevel, l'aumento è slittato ad ottobre. Martedì tuttavia è previsto un confronto a Torino tra la dirigenza di Sevel, Fca e i rappresentanti nazionali e abruzzesi delle organizzazioni firmatarie di contratto. Motivo di discussione sarà proprio l'aumento dei turni che ha già provocato la mancata firma del verbale di esperita procedura dal parte del comitato esecutivo delle Rsa di stabilimento e l’apertura della cosiddetta procedura di raffreddamento (tentativo obbligatorio di conciliazione, sancito dal contratto collettivo specifico Fiat, con l’obiettivo di sedare i conflitti prima di arrivare allo scontro definitivo) da parte della Fim.
I turni passeranno da domani da 10 più i cinque turni volontari della notte, a 12 più i cinque dei turni notturni che restano sempre dedicati ai soli volontari. Ma i sindacati chiedono maggiore flessibilità all’azienda per legare l’aumento della turnazione all’effettiva produzione, in modo da non creare periodi di inattività forzata in caso di calo produttivo e, soprattutto, di non fare disparità sul trattamento economico dei lavoratori. Con l’aumento dei turni, infatti, il sabato mattina lavorativo diventa fisso e non sarà più pagato in regime di straordinario.
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