Sfratto dal capannone, imprenditore si barrica su una ciminiera

Walter Amico, imprenditore di Pescara, si è barricato su una ciminiera perché sfrattato, dopo una causa giudiziaria, dal capannone dove produce mobili e arredi per negozi. Minaccia di restarci a oltranza

CHIETI. Sale su una ciminiera dismessa per protestare contro lo sfratto dal capannone che occupa e che produce mobili e arredi per negozi. Protagonista della vicenda giudiziaria è l’imprenditore di Pescara, Walter Amico. La struttura che ha sede in via Piaggio sarebbe stata ceduta dalla Parco Paglia Spa che ribatte: è abusivo. Alla base della eclatante protesta un contenzioso tra le parti finito poi in tribunale.

Amico nel 2008 aveva intenzione di comprare un capannone per la sua attività, ma quello individuato necessitava di lavori di risistemazione così, nel frattempo, la Parco Paglia gli avrebbe concesso in comodato un capannone più piccolo. Conclusi i lavori la Spa gli avrebbe dato l’ok per il trasferimento e contestualmente chiesto di saldare il pagamento dell’acquisto, (nell’accordo preliminare era stato versato il 10% dell’importo complessivo). Amico però si è rifiutato perché «i lavori promessi non erano stati completati». Il contenzioso è diventato così una causa dove in un primo momento i giudici gli hanno dato ragione bloccando il rientro in possesso dello stabile alla Parco Paglia. Il ricorso della Spa ha ribaltato però la situazione.

E così ieri mattina l’ufficiale giudiziario è andato in via Piaggio per notificare lo sfratto. Amico ritiene di essere stato penalizzato da una sentenza ingiusta e dal comportamento ambiguo della Parco Paglia. L’imprenditore vuole che venga fatta chiarezza sulla sua vicenda giudiziaria e minaccia di restare sulla ciminiera a oltranza. «Walter Amico occupa senza alcun titolo, non avendo adempiuto al preliminare di compravendita del primo agosto 2007, un capannone industriale di circa 1.000 mq» controbatte la Spa che puntualizza «a tutela dei diritti della società, la stessa sin dal 2009 ha inoltrato ricorso al tribunale di Chieti per ottenere la restituzione dell’immobile. Il tribunale con provvedimento cautelare ha ordinato ad Amico di lasciare i locali.

Da allora Amico ha tentato in ogni modo di ostacolare l’esecuzione del provvedimento del giudice, continuando ad utilizzare il capannone senza pagare il prezzo della compravendita né il canone di leasing né altro indennizzo e provocando altri quattro pronunciamenti del giudice, tutti confermativi del suo obbligo di rilasciare l’immobile, costringendo la società Parco Paglia a richiedere l’intervento dell’ufficiale giudiziario e l’assistenza delle forze dell’ordine al fine di evitare incidenti».

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