Sindaco ineleggibile, sentenza in prefettura

Pennadomo, a giorni la decisione sulla nomina del commissario o sulla gestione del vicesindaco

PENNADOMO. È stata depositata alla prefettura di Chieti la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila sull’ineleggibilità del sindaco Antonietta Passalacqua. Il dato certo è che a Pennadomo si ritornerà al voto, bisogna solo sapere se sarà un commissario prefettizio a portare il paese verso la votazione oppure sarà il vicesindaco a farlo. La decisione dei giudici di appello è giunta in seguito al ricorso presentato da due consiglieri comunali di minoranza, Francescantonio Brignola e Nicoletta Di Florio, assistiti dagli avvocati Fausto Troilo e Sara Rapino, che avevano contestato l’elezione della Passalacqua alle scorse amministrative.

La Corte ha deciso che Passalacqua era ineleggibile perché quando fu rieletta, lo scorso 25 maggio, aveva già ricoperto la carica di sindaco per due mandati consecutivi, dei quali il primo (2004-2007) ebbe una durata, prima che fosse commissariata, superiore a due anni, sei mesi e un giorno. Per Brignola (che era capolista della lista Amicizia e Partecipazione) e Di Florio c’erano i presupposti dell’ineleggibilità stabiliti dall’articolo 51, comma 2, del D.L. 267/2000: “Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della Provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche”.

Il tribunale di Lanciano, a settembre dello scorso anno, rigettò il ricorso considerando che, dopo un anno, c’è potuta essere una possibile modifica del corpo elettorale oltre che la perdita d’influenza da parte dell’ex sindaco rimasto per il periodo stesso fuori dalla gestione amministrativa commissariata. La Corte d’appello è stata di parere contrario.

«Da prima della votazione dello scorso anno», afferma Brignola, «facemmo notare che Passalacqua era ineleggibile, si è perso tanto tempo inutilmente». La lista di Brignola (che perse per uno scarto di 16 voti) prima delle votazioni fece ricorso alla prefettura; poi, dopo il risultato elettorale, fu inoltrato un reclamo sempre in prefettura e al segretario comunale per quanto di competenza, per l’avvio delle procedure e l’adozione dei provvedimenti tesi alla decadenza della Passalacqua dalla carica di sindaco giacché ineleggibile. Oggi la Corte d’appello ha dato loro ragione.

Matteo Del Nobile

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