Atessa

«Sono papa Francesco, grazie per le calze»

Il pontefice chiama una donna di Atessa che per il compleanno gli aveva mandato in regalo un paio di “cuturne”

ATESSA. «Non voglio pubblicità, è stato un fatto personale è voglio che rimanga tale, dico solo che bisogna pregare, la fede è la cosa più importante che abbiamo». È schiva nel raccontare quanto le è accaduto lo scorso 4 gennaio la signora B. di Atessa paese. Ma, una telefonata di papa Francesco, non poteva essere ignorata. Certo, questo papa ci ha abituati a gesti a dir poco inusuali che comunque, quando capitano, sono sempre unici.

C’era ancora la neve domenica 4 gennaio, le feste natalizie sono quasi finite, così come quella giornata che volge al declino e per chi ha delle disabilità prepararsi alle ore della notte comporta sempre una qualche apprensione. Alle 20,30 squilla il telefono: «Signora, sono il segretario di papa Francesco, il papa vorrebbe parlare con lei». «Ed io sono la segretaria di Pippo Baudo» fa di rimando la signora. «No guardi, che non è uno scherzo», dice il segretario dal Vaticano, abituato a tale tipo di risposta e, per essere più credibile, specifica: «Lei ha mandato per il compleanno del papa un regalo? In una lettera allegata, ha scritto queste cose?». No, non era uno scherzo, papa Francesco adesso è dall’altra parte del telefono.

Prima di parlare della telefonata, è necessario fare un passo indietro. Qualche giorno antecedente al 17 dicembre, data del compleanno del papa, la signora B. gli spedisce un regalino: un paio di calze di lana lavorate da lei, quelle cuturne così necessarie quando le case erano gelide e così care a un mondo oramai scomparso. La signora, inoltre, scrive al papa di pregare non tanto per lei, che pur vive una disabilità, ma per le esigenze di questo pazzo mondo che fa di tutto per non vivere in pace. Poche righe che comunque avranno toccato - e qui c’è un’altra caratteristica di papa Bergoglio, attratto dall’essenzialità della fede più che dalle elucubrazioni accademiche - il cuore di Francesco. «Abbiamo parlato della necessità di pregare sempre», racconta ancora con emozione la signora, «il papa ha voluto sapere della mia vita, mi ha ringraziato per le calze di lana, sapeva che abitavo ad Atessa, un paese abruzzese. Altre cose non voglio dirle perché sono personali e devono rimanere nel mio cuore». La telefonata è durata circa quindici minuti e si è conclusa con la recita di un Padre Nostro, un’Ave Maria e un Gloria.

Papa Francesco, prima di augurare la buona notte alla signora, le ha fatto una raccomandazione: “Preghi per me, preghi per me”. «Non posso dimenticare la sua voce: il papa mi chiedeva di pregare per lui; cosa del resto che ha fatto, rivolgendosi a tutto il mondo, la sera della sua elezione».

Matteo Del Nobile

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