il caso

Sparite le vongole a Ortona: avanza l'ipotesi mare malato

Ieri il sopralluogo dell’Istituto zooprofilattico, pescatori disperati: siamo fermi da tre anni e indebitati

ORTONA. L'emergenza vongole sembra non dare tregua al mare ortonese. Ieri mattina la dottoressa Carla Giansante, dell'Istituto zooprofilattico "Caporale", ne ha certificato l'assenza nella zona nord di Ortona. Un dato di fatto che fa sprofondare nello sconforto gli operatori del settore del Cogevo frentano, che in pratica da tre anni devono fare i conti con un fermo pesca forzato per una mancanza di vongole sulle cui cause vige un alone di mistero.

L'Istituto zooprofilattico ha avviato una prima fase di studio concordata con lo stesso Cogevo frentano e la Regione Abruzzo. Farà nove uscite in mare su tutta l'area in questione, da Francavilla a San Salvo, al termine del quale stilerà una relazione scientifica. Quelli di ieri, dunque, sono stati solo i primi passi di un percorso che però ha già evidenziato dati assolutamente negativi. In due ore di pesca sulla "Mistral" di Alessandro Marini sono stati raccolti solo pochi grammi di vongole. Appare scontato quindi che le vongolare non potranno tornare ad operare.

«Da un punto di vista economico è un disastro», afferma l'avvocato del Cogevo frentano, Ilario Cocciola, «la situazione è gravissima e la rappresenterò all'assessore regionale Dino Pepe». Sui motivi dell'assenza di vongole, però, non si sbilancia più di tanto: «Il Cogevo frentano è composto da ventuno imbarcazioni a fronte di un territorio molto ampio. C'è pertanto un basso numero di barche che non fa pensare ad un eccesso di pesca».

A dimostrazione della teoria dell'avvocato, basta confrontare i numeri con quelli del Cogevo Abruzzo, che opera nel tratto nord del mare abruzzese con un'ottantina di imbarcazioni, ma che non ha a che fare con una così radicata emergenza. «Bisogna individuare le reali cause di questa mancanza», aggiunge Maurizio Angotti, presidente del Cogevo frentano. «Secondo noi le risposte le si trovano nei fiumi inquinati, che probabilmente contengono sostanze nocive per il nostro prodotto».

Poi puntualizza: «Fino a tre anni fa il tratto di mare di Francavilla offriva ancora la possibilità di pescare vongole. Ci sono zone, invece, come ai Saraceni di Ortona o da Punta Penna a San Salvo, in cui il prodotto scarseggia da quindici anni. Ed è un problema che si pone solo nell'area di nostro interesse». Intanto però per i vongolari la situazione è complicatissima. È stato avviato un dialogo con la Regione Abruzzo per dar vita ad una forma di sostegno che coinvolga i sessanta addetti diretti che vivono una crisi senza precedenti.

Ieri mattina, tra loro tanti erano al porto di Ortona per seguire gli sviluppi dei controlli effettuati dall'Istituto zooprofilattico. Ed al rientro dall'uscita in mare, la tensione era palpabile: «Molti di noi hanno comprato imbarcazioni nuove, abbiamo mutui da pagare e continuiamo a non lavorare. È necessario trovare una soluzione». Questa, però, non potrà prescindere dall'individuazione delle vere cause dell'assenza di vongole. E nella migliore delle ipotesi, per un ritorno alla normalità bisognerà attendere ancora un anno.

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