Stazione declassata, sale la protesta «Per il Vastese è un colpo di grazia»

VASTO. Il 9 novembre 1863 fu inaugurata la linea ferroviaria del Vastese: 146 anni dopo, sono appena 14 i treni che si fermano, e solo due arrivano direttamente da Milano. Trenitalia non ha raccolto l’appello lanciato dai politici vastesi, della Valsinello e della Valtrigno. La stazione Vasto-San Salvo viene declassata. Penalizzati i pendolari, sono preoccupati anche gli operatori turistici e i commercianti per le possibili conseguenze. E la protesta naviga in rete dove si prospetta una manifestazione direttamente a Roma.

Disappunto e sconcerto. L’assessore regionale ai Trasporti, Giandomenico Morra, ha chiesto un incontro urgente con i vertici di Trenitalia. Lo stesso ha fatto il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio. Il sindaco Luciano Lapenna ha deciso di convocare un consiglio comunale straordinario. I consiglieri del Pdl, Etelwardo Sigismondi e Tonino Marcello, chiedono invece la convocazione a Vasto di un consiglio provinciale straordinario.
«Lo sviluppo di un comprensorio passa attraverso il potenziamento delle infrastrutture, declassare la stazione in un momento così delicato per l’economia significa infliggere al Vastese il colpo di grazia», affermano i rappresentanti del Pdl.

A San Salvo i rappresentanti di Sinistra e Libertà, Gianni Mariotti, Valfrido Adorante e Emilio Di Cola attraverso Internet organizzano un movimento in difesa dello scalo del Vastese.
«Le adesioni aumentano di ora in ora, così come gli appelli a Trenitalia, è il sintomo dell’esasperazione della popolazione del Vastese», dice il promotore dell’iniziativa Gianni Mariotti. «La bramosia di tagliare teste e spese va sempre a discapito di una categoria: il cittadino-utente. Non è giusto», afferma Mariotti che avvisa: «Qualora messaggi e appelli non dovessero bastare, siamo pronti a manifestare davanti alla sede romana di Trenitalia».