Studentato e hotel di lusso progetto Polis contestato

L’opposizione denuncia irregolarità su alcune opere previste per la città: documenti carenti, fidejussione scaduta e fatta da una società non autorizzata

CHIETI. «La fideiussione allegata al project financing denominato Polis è scaduta a settembre, la documentazione prodotta dall’ente è gravemente carente senza dimenticare che, nel faldone del progetto, sono state inserite le indagini geologiche effettuate sull’area del tunnel pedonale». Luigi Febo, Riccardo Di Gregorio e Alessio Di Iorio capigruppo di Chieti per Chieti, Rifondazione e del Pd, bocciano le modalità con cui l’amministrazione ha portato all’attenzione del consiglio il progetto preliminare del project financing Polis. Approvato con una maggioranza piuttosto risicata in quanto alcuni consiglieri di centro destra, come Alessandro Orsini e Alessandro Giardinelli dell’Udc, hanno preferito non votare una delibera che ha comportato anche una variante al piano urbanistico del centro storico.

«Non contestiamo l’utilità del progetto» precisa Di Iorio, «bensì tutto il resto. Abbiamo dei dubbi sulla sostenibilità dell’iniziativa».

Secondo il progetto Polis l’ex Santissimo Rosario dovrebbe accogliere uno studentato da complessivi 451 alloggi distribuiti anche all’ex caserma Pierantoni dove sorgeranno 17 negozi, una moderna palestra e diversi pub. L’ex Santa Maddalena, invece, sarà trasformato in un hotel di lusso con tanto di centro benessere e parcheggi. Ma l’opposizione non ci sta.

«E’ incredibile che un progetto di questa importanza non sia stato condiviso con la città e, soprattutto, con l’apparato comunale. Nelle commissioni», lamenta Di Gregorio, «non è mai stato trattato e noi consiglieri abbiamo ricevuto le carte del project la sera prima del consiglio comunale. Inoltre le società proponenti hanno un capitale sociale minimo ed hanno fatturato un utile irrisorio negli ultimi anni».

Luigi Febo aggiunge altri interessanti particolari. «Il progetto poteva essere migliorato e invece andrà a gara così com’è stato pensato. Presenta una fideiussione scaduta rilasciata, peraltro, da una società», denuncia Febo, «non autorizzata a fare polizze fideiussorie». Il consigliere Febo poi pone l’accento sulla mancanza del computo metrico sui costi dell’investimento e sul sondaggio geologico allegato. «Che però si riferisce all’area dove è sorto il tunnel pedonale. E’ chiaro» aggiunge Febo, «che i conti non tornano proprio». Infine viene annunciata una segnalazione alla Corte dei conti per la scelta dell’ente di alienare l’ex cinema Eden.(j.o.)

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