Studente-spacciatore arrestato in classe 

I carabinieri fanno irruzione al Pomilio e nelle tasche di un alunno trovano hashish e marijuana da vendere agli amici

CHIETI. La droga l’aveva portata in classe. In una tasca, all’interno di un portasigarette bianco e rosso, custodiva una decina di dosi di marijuana e hashish da vendere ai compagni di scuola - soprattutto minorenni - poco prima del suono della campanella, alla ricreazione o nei bagni. Jari Bosone, uno studente teatino di 20 anni dell’istituto professionale Umberto Pomilio, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Chieti con l’accusa di spaccio: a casa nascondeva altra droga. Da ieri si trova ai domiciliari: stamattina non sarà a lezione, come ogni giorno, ma in tribunale per l’udienza di convalida.
Le manette sono scattate su disposizione del pm di turno, Lucia Anna Campo. L’ultimo blitz rientra nelle verifiche a tappeto che vedono l’Arma in prima linea per combattere il fenomeno, sempre più frequente, della diffusione di sostanze stupefacenti tra i giovanissimi: lo dimostrano i sequestri in serie nelle scuole cittadine e dei paesi del circondario. D’ora in poi, dunque, zero tolleranza da parte delle forze dell’ordine: i controlli verranno sicuramente ripetuti anche nei prossimi giorni. Ieri erano da poco passate le 9 quando al Pomilio sono arrivati i carabinieri della stazione di Chieti Scalo, del nucleo operativo e radiomobile e del nucleo cinofili. I militari hanno passato al setaccio numerose aule. In una classe quinta, il cane Sissy ha fiutato la droga che Bosone aveva addosso. «La quantità e la modalità di conservazione», spiegano gli investigatori, «lasciavano intendere che la marijuana fosse destinata ad essere spacciata agli altri compagni di scuola». Subito dopo, gli uomini del maggiore Massimo Capobianco e della tenente Maria Di Lena hanno perquisito anche l’abitazione del giovane. In camera da letto, da un cassetto della scrivania, è spuntata fuori una bustina con altri con altri 45 grammi di hashish. È stato lo stesso studente, difeso dall’avvocato Antonello Remigio, a consegnare le dosi. A quel punto è scattato l’arresto, «in considerazione della circostanza aggravante contemplata per la destinazione ai minori e per lo spaccio all’interno di un istituto scolastico». C’è poco da scherzare: in caso di condanna, la pena è aumentata da un terzo alla metà. Al professionale sono stati sequestrati altri tre grammi di droga, stavolta a carico di ignoti. Poi i carabinieri, in collaborazione con i militari della stazione di Chieti Principale, si sono spostati al liceo classico Vico: in questo caso i controlli hanno dato esito negativo. «Per il futuro», avvertono gli investigatori, «il segnale delle istituzioni ai ragazzi è chiaro: lo spaccio nelle scuole è valutato in maniera serissima e contrastato fortemente».