il fatto

Sul Chieti calcio l’ombra del fallimento

Un creditore pronto a presentare istanza, ma spunta una cordata di imprenditori che vogliono salvare squadra e società

CHIETI. Morto un re se ne fa un altro. Ma se il re è un marchio di Chieti bisogna procedere con molta cautela: ne va del buon nome e del prestigio della città. Nelle ultime ore si stanno sviluppando due situazioni. Viaggiano su binari paralleli. Una è positiva, l’altra un po’ meno. L’obiettivo però è uno solo: salvare l’immagine e il futuro della squadra neroverde.

E’ con questo spirito nobile che un gruppo di imprenditori, definiti seri e importanti, si è messo in moto per garantire lunga vita al Chieti calcio. Ma contemporaneamente, sull’altro binario, si profila una procedura prefallimentare della società che fa capo all’imprenditore Giorgio Pomponi. Entriamo nei dettagli.

Un fornitore della Chieti calcio, titolare di una struttura ricettiva, avrebbe pronta un’istanza di fallimento. Qualcuno sostiene che sia già stata depositata in tribunale e quindi notificata alla controparte. Ma un’istanza non vuol dire assolutamente fallimento. Anzi, le nuove norme danno all’imprenditore molte vie d’uscita. Sta di fatto che il Chieti Calcio, per stessa ammissione di Pomponi, è gravato da un debito, essenzialmente con Equitalia, di circa due milioni di euro. E che anche una semplice istanza di 70 mila euro, come sarebbe quella in itinere, basta per avviare una procedura davanti a un giudice. Così come, in base al meccanismo giuridico della cosiddetta revocatoria, che porta indietro di due anni le lancette della storia di una società che incappa nelle maglie della legge fallimentare, anche il precedente proprietario, Walter Bellia, che a Pomponi ha ceduto l’intero pacchetto Chieti Calcio, sarebbe chiamato in causa. In questo scenario dalle tinte fosche s’inserisce però una speranza, più che concreta per i mitici colori neroverdi, e cioè la cordata di imprenditori teatini, a capo della quale c’è il titolare di una nota azienda scalina recentemente finita sulle pagina della cronaca per via di un’offerta fatta per salvare la Thales. Parliamo quindi di un giovane imprenditore che tiene molto alla città e ai suo colori. E con lui, di un consigliere comunale.

Questi, insieme ad altri imprenditori, ha già acquisito un titolo sportivo che permetterebbe al Chieti, nella peggiore della ipotesi, di ripartire dall’Eccellenza. Se questo è il quadro, Chieti si ritroverebbe con due squadre di calcio, anche se l’altra naviga di bolina, pronta cioè a scuffiare.

Non siamo però a Milano, Roma, Torino, Verona oppure a Genova: due Chieti calcio sono troppe. Ma la soluzione-uovo di Colombo esiste. Tutto dipende dalla volontà non tanto di Pomponi di cedere la mano ma di Bellia che, così facendo, potrebbe schivare il rischio di rimanere coinvolto in una vicenda fallimentare. La soluzione per tutti i mali, dunque, potrebbe essere quella di cedere agli imprenditori teatini solo il titolo sportivo garantendo al Chieti un futuro in serie C2. Staremo a vedere.