«Sull’ente Fiera, Paolini ha lasciato solo debiti»

Pupillo attacca l’ex sindaco e parla di vergognosa strumentalizzazione politica Di Matteo: Il cambio di denominazione arriva da Unioncamere e dal Pdl regionale

LANCIANO. «Una vergognosa strumentalizzazione politica». Il sindaco Mario Pupillo boccia così la polemica sull'eventuale cancellazione del nome di Lanciano dalla Fiera frentana. A sollevare la protesta era stato l'ex sindacoFilippo Paolini, ex presidente dell'ente Fiera e coordinatore cittadino del Pdl.

Per Paolini, è «inconcepibile» la proposta, scaturita dal tavolo di lavoro istituzionale per il rilancio della Fiera, di cambiare la denominazione da Fiera di Lanciano in Abruzzo Fiere.

«Se fosse stato per Paolini» critica invece il sindaco in carica Pupillo «a quest'ora non si parlerebbe nemmeno più di fiera: i revisori contabili erano pronti a portare i libri in tribunale visto che l’ente era a un passo dal fallimento, noi invece l'abbiamo salvato. Paolini si è preoccupato del nome» incalza Pupillo «non di aver lasciato la Fiera alla deriva e nel più completo abbandono. Da quattro anni, l'amministrazione da lui guidata non versava le quote. Abbiamo dovuto farlo noi, inserendo nel bilancio 100mila euro a titolo di copertura delle quote pregresse».

Per ripianare il debito l'amministrazione di centrosinistra ha dovuto inserire una voce specifica nel bilancio chiedendo consiglio anche alla Corte dei Conti che ha dato parere positivo. Quanto al nome di Lanciano accostato alla storica Fiera frentana, Pupillo puntualizza che «il Comune riproporrà il nome della città. Siamo solo nella fase istruttoria» prosegue il primo cittadino «quello che ci preoccupa davvero è il rilancio dell'ente con un nuovo consiglio di amministrazione che passerà da undici a 3 o 5 consiglieri che saranno dei professionisti, non persone scelte nell'entourage del sindaco come avveniva durante l'amministrazione Paolini. Proprio sulla Fiera» punta il dito Pupillo «il centrodestra ha costruito un terreno di beghe politiche e di fazioni contrapposte, noi invece vogliamo ridare dignità all'ente e per farlo bisogna essere disposti a parlare con tutti i soci».

La proposta del cambio di nome è arrivata dal gruppo di lavoro composto da Unioncamere e Camera di commercio ed è stata poi avallata dalla Regione.

«Paolini ha preso un abbaglio per la fretta» commenta il consigliere di Lanciano in comune Alessandro Di Matteo «sono i suoi amici del Pdl regionale che vogliono rendere Lanciano un paese di campagna».

Leo Marongiu, segretario cittadino e consigliere del Pd parla di «essenza» della Fiera: «C’interessa il cognome, ovvero la funzione e la sostanza della Fiera. Non il nome. Guardiamo a esempio alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti: ha conservato il nome della città, ma la sede è altrove. Noi puntiamo al rilancio dell'ente, non agli specchietti per le allodole delle denominazioni».

Daria De Laurentiis

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