Tagli alle guardie mediche Protestano le aree interne

Il sindaco De Luca: «La Asl sta riordinando il servizio, vogliamo vedere la mappa» I residenti: «Sono anni che attendiamo invano le nuove postazioni del 118»

CASOLI. “Bisogna attendere. L’azienda sanitaria sta lavorando al nuovo piano di riordino delle postazioni di guardia medica. Al prossimo comitato dei sindaci Asl ci sarà l’audizione del collega di Celenza sul Trigno, dove è previsto il taglio della postazione e credo che avremo anche la possibilità di vedere la nuova mappa. Che non prevede, e non dovrà prevedere, altri tagli». Sono le parole del sindaco di Casoli, Sergio De Luca, membro del comitato ristretto dei sindaci Asl a far capire che non è ancora chiaro il futuro delle 7 postazioni di guardia medica (San Vito, Palena, Quadri, Scerni, Cupello, Celenza e Carunchio), che in base al decreto del presidente della Regione e commissario alla sanità, Gianni Chiodi, sul riordino della continuità assistenziale, dovevano essere tagliate. Un taglio al momento congelato per le proteste, in particolare dei comuni montani, che hanno portato Chiodi a invitare la Asl a rivedere la mappe e rimodulare le postazioni. Questa revisione non è ancora stata ultimata nonostante i paesi oggetto dei tagli da mesi lottino per evitare di perdere anche quel briciolo di servizio sanitario che c’è.

Una revisione che i Comuni chiedono non sia fatta solo sulla base dei numeri, come quella precedente che ha portato a seguire il rapporto di una guardia medica ogni 3.500 abitanti causando il dimezzamento dei medici, ma tenga conto delle realtà delle zone, soprattutto di quelle interne. «Io vivo a Bomba», fa notare N.M., «e ho la guardia medica a Villa Santa Maria. Con la chiusura di Quadri, il bacino di quest’ultimo passa a Villa Santa Maria che comprenderà così molti Comuni che si raggiungono, soprattutto in inverno, a fatica e con tempi di percorrenza pari a 40 minuti. Poi come può il solo medico di guardia di Villa in inverno andare a Rosello e subito dopo soccorrermi a Bomba? Questo significa depotenziare la rete territoriale e non garantire a tutti i cittadini la possibilità di cura».

Per i residenti delle zone colpite dai tagli bisogna prima attivare le alternative, ossia potenziare il 118. «Da anni si attendono invano nuove postazioni 118», dicono alcuni residenti dell’Aventino, «e le postazioni che potrebbero esserci, per problemi di budget Asl, sarebbero senza medici. Senza 118 e senza guardie mediche, che lavorano nelle ore notturne, nei giorni festivi e prefestivi, ci sarebbero ripercussioni negative anche sui due ospedali di riferimento, ossia quelli di Lanciano e Vasto, visto che Atessa funziona a metà, perché si andrebbero ad intasare i pronto soccorso».

Teresa Di Rocco

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