Tangenti e molestie a Chieti. L'accusa: "Il primario giocava al dottore con una ragazzina"

Le motivazioni dell’arresto svelano un’inchiesta precedente. Il primario avrebbe molestato anche una minorenne

CHIETI. Può capitare che un primario giochi al dottore con una ragazzina ancora minorenne? Sì, secondo la procura ed il gip di Chieti che, nelle carte dell’accusa, svelano un’altra inchiesta sul professor Giuseppe Sabatino, 64 anni, agli arresti domiciliari da quattro giorni per molestie sessuali su otto madri di neonati e corruzione per la prescrizione di latte Mellin e vitamine della Dicofarm, per la quale sono ai domiciliari anche gli informatori medici Marco D’Errico, Luigi Leccese, Gabriele Bellia, e Antonio De Panfilis. Alla vigilia dell’interrogatorio di garanzia del primario, previsto per oggi alle 9,30, spunta un nuovo fascicolo rimasto fin ora coperto dal segreto, aperto dalla procura nel mese di settembre del 2012.

«Il Sabatino la induceva – con la scusa di sottoporla a visita – a denudarsi parzialmente per poi porre in essere palpeggiamenti nelle zone erogene». La vittima in questione è la figlia di una conoscente del medico. La scena riportata dall’accusa non si consuma nello studio di Sabatino, cioè al policlinico di Colle Dell’Ara dove, come dimostrerebbero le riprese video fatte dai carabinieri del Nas, otto mamme (e un’infermiera consenziente) sarebbero state insidiate dal luminare della Neonatologia. L’ospedale in quel caso non c’entra; il giudice scrive che «la minore riferiva di essersi recata a casa di Sabatino (...) e in ben due occasioni, ha subito molestie sessuali».

L’episodio del primario che “gioca” a fare il medico e la paziente sarebbe avvenuto a febbraio di due anni fa, ma il condizionale è obbligatorio perché queste accuse non sono state dimostrate in aula così come possono crollare anche le nuove accuse di violenza sessuale e tangenti. Il gip cita questo fatto e la relativa inchiesta, «pur trattandosi di fatti estranei al presente procedimento» al termine dell’ordinanza per sottolineare l’esigenza di un provvedimento cautelare nei confronti del professore. In sintesi il giudice ritiene che il professore possa ricommettere gli stessi reati «anche al di fuori del contesto ospedaliero», ritiene che Sabatino «sia totalmente incapace di controllare i propri istinti sessuali». Anche per questo ha disposto l’arresto, ai domiciliari.

Da casa, dopo quattro giorni, il professore, difeso dall’avvocato Andrea Di Lizio, uscirà questa mattina, per l’interrogatorio di garanzia in cui potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. Dal gip, in seguito, andranno anche i pescaresi Leccese (difeso dall’avvocato Cesare Borgia) e De Panfilis (assistito da Ludovico De Benedictis), D’Errico (difeso da legali pugliesi Mario Fazzini e Benedetto Scippo) e infine Bellia (assistito dal professor Pier Francesco Bruno). Una cosa è certa, oltre che singolare: oggi, in tribunale a Chieti, si incrociano i destini di due primari e docenti dell’università D’Annunzio.

Tre piani del tribunale divideranno infatti Giuseppe Sabatino, che sarà interrogato dal gip Paolo Di Geronimo, da Raffaele Tenaglia, l’urologo accusato di truffa, per 28 visite private in ospedale con relative parcelle intascate senza versare il dovuto alla Asl, e falso, insieme a una dirigente medico e la segretaria. Nel giorno dei primari, Sabatino saprà se può tornare libero e Tenaglia se subirà un processo, oppure, come dice la difesa, se uscirà a testa alta con un verdetto di assoluzione.

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