Tangentopoli teatina, sono passati 20 anni

Dagli arresti della giunta comunale dc, nacque l’associazione Chieti nuova 3 febbraio

CHIETI. Sono passati 20 anni dalla mattina in cui i teatini furono svegliati dal clamore di arresti eccellenti che riempirono le edizioni straordinarie dei giornali. Era il 3 febbraio 1993: il giorno prima la giunta Buracchio, targata Dc, era stata decapitata con l’arresto di assessori, funzionari comunali e imprenditori. Fu quello l’inizio della Tangentopoli teatina, partita dalle rivelazioni di un imprenditore teatino sull’appalto della scuola elementare Selvaiezzi, in contrada San Martino, che oggi ospita gli alunni dell’asilo e delle elementari. Pochi giorni più tardi, nella notte di San Valentino, toccò al sindaco varcare la soglia del carcere di Madonna del Freddo. Uno scossone giudiziario che provocò le reazioni indignate della maggior parte dei teatini: scritte sui muri che plaudevano alle decisioni della procura, manifestazioni degli studenti per dire basta ad un sistema politico corrotto, persino bottiglie di spumante stappate di fronte alle gazzelle dei carabinieri che portavano in galera gli indagati. Venti anni fa Chieti si svegliò bruscamente e affermò a gran voce di non volere più quei rappresentanti sulle poltrone più prestigiose di palazzo d’Achille. Un movimento di dissenso che diede vita all’associazione “Chieti nuova 3 febbraio”, nata all’indomani della scoperta della “cupola delle tangenti” in salsa teatina. Intorno a Maria Rosaria Grazioso, Giorgio Bellelli, Francesco Iengo, Tiziano Bellelli e Giuseppe Di Luzio si radunarono cittadini desiderosi di «ricostruire le ragioni ed i modi di vivere insieme, riappropriandosi del patrimonio di storia e di memoria, di identità e di appartenenza, di senso della responsabilità e di regole da rispettare». Due decenni dopo “Chieti nuova 3 febbraio” non dimentica le vicende di quei giorni e si impegna per favorire la partecipazione attiva, critica e responsabile dei cittadini alla vita pubblica, la costruzione di rapporti fra istituzioni e comunità ispirati ai fondamenti del vivere civile, la tutela dell’esistenza umana e dell’ambiente, il diritto alla dignità e alla libertà delle persone, la diffusione del valore della legalità. A 20 anni di distanza dalla tangentopoli teatina, l’associazione che porta nel suo stesso nome il ricordo di quella pagina buia della città, lavora perché i fatti del 1993 non si ripetano più. (f.r.)

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