il caso

Terme romane off limits e abbandonate da anni

CHIETI. Sono uno dei gioielli archeologici più preziosi della città, eppure oggi le terme romane versano in uno stato di abbandono che persiste da anni. Il complesso al II secolo dopo Cristo ed è uno...

CHIETI. Sono uno dei gioielli archeologici più preziosi della città, eppure oggi le terme romane versano in uno stato di abbandono che persiste da anni. Il complesso al II secolo dopo Cristo ed è uno dei pochi conservatisi in buono stato dopo secoli. Ma rischia di rovinarsi irrimediabilmente a causa dell’incuria degli organi competenti.

Inaccessibile al pubblico e ai turisti che arrivano a Chieti in cerca dei resti dell’antica Teate, la struttura immersa nel parco sta perdendo smalto e prestigio. Sommerse dalle erbacce che vengono potate raramente e assalite dai rifiuti gettati dai soliti incivili, le terme romane vengono saltuariamente ripulite da qualche associazione o gruppo di cittadini che spontaneamente sceglie di dedicare il proprio tempo libero alla cura degli edifici storici cittadini.

Ma non basta. La manutenzione ordinaria non è sufficiente per salvare gli inestimabili reperti esposti a vandalismo ed agenti atmosferici. I preziosi mosaici a tema marino sono protetti solo da un panno e a tutela della struttura non è installata alcuna telecamera di sorveglianza. Le terme romane rischiano di diventare facile obiettivo di vandali e sbandati in cerca di rifugio. Un’eventualità che scongiurerebbe definitivamente l’ambizione della città di diventare un importante polo culturale della regione e dell’intero Paese, grazie alla presenza di importanti siti archeologici, perlopiù conservati in pessimo stato. Come già raccontato dal Centro nei giorni scorsi, la situazione non è migliore al parco archeologico della Civitella e ai Templi romani, recentemente colpiti dai vandali. Intanto cittadini e associazioni di categoria si mobilitano: per ultima la Confartigianato, che pochi giorni fa ha proposto al Comune un progetto per mettere in rete i musei cittadini e ridare linfa vitale al centro storico a partire dalla Civitella.

A luglio scorso il sindaco Di Primio aveva diffidato la Sovrintendenza archeologica per la scarsa cura dei siti archeologici cittadini. Ma più di sei mesi dopo la situazione è esattamente la stessa.

Francesca Rapposelli

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