Tracce di sangue sui soldi altri indizi contro Pagano

Trovate a uno dei due sospettati banconote forse prese alla vittima della rapina I difensori ribadiscono: «È estraneo ai fatti». Oggi il giudice decide sul fermo

SAN SALVO. Non solo le scarpe. Una banconota da 50 euro e una da 10 macchiate di sangue. Sono questi gli indizi trovati dai carabinieri insieme a un coltello in casa di Vito Pagano, 28 anni, di San Salvo, che hanno convinto il sostituto procuratore, Enrica Medori, a firmare martedì sera il fermo di polizia giudiziaria a carico del giovane. L’imputazione e le motivazioni sono riportate in un lungo fascicolo in cui il magistrato non esita a descrivere l’omicidio di Albina Paganelli come un efferato delitto. E a confermare l’ipotesi del giudice è stata l’autopsia eseguita ieri nell’obitorio dell’ospedale San Pio dal dottor Pietro Falco. Alla perizia, durata 8 ore, hanno assistito l’anatomopatologo Ivan Melasecca, perito di parte civile, e gli avvocati Giovanni e Antonino Cerella, i legali che rappresentano i familiari della vittima. Albina Paganelli è stata colpita con 14 coltellate. Almeno cinque hanno raggiunto la poveretta al collo. Il fendente mortale le ha trapassato il polmone e toccato il cuore. Vito Pagano nega di essere l’autore del delitto e accusa Chelmus Gelu, romeno di 31 anni residente a San Salvo. Su entrambi pende la grave accusa di omicidio volontario e rapina in concorso. Accuse per le quali è previsto in qualche caso l’ergastolo.

I familiari della vittima. Chiedono giustizia i fratelli di Albina Paganelli e la figlia della donna, Concettina Cupaiolo. «Per Concettina è stato terribile riconoscere il corpo della madre straziato dalle coltellate. Chi l’ha uccisa ha colpito quella poveretta con una furia ingiustificata e una violenza inaudita. Un comportamento assurdo dal momento che la povera Albina era indifesa. È questo che spaventa la città e spinge la famiglia a chiedere giustizia», affermano gli avvocati Giovanni e Antonino Cerella. L’omicidio è stato il tragico epilogo di una rapina. Dalla casa di Albina manca del denaro.

Convalida e difesa. Questo e altri particolari saranno ricordati oggi nell’aula del tribunale di Vasto dove è prevista l’udienza di convalida del fermo dei due indagati davanti al Gip, Stefania Izzi. I difensori di Vito Pagano, gli avvocati Clementina De Virgilis e Fiorenzo Cieri, ribadiscono che il loro cliente si dichiara estraneo ai fatti. Si sarebbe sporcato di sangue andando a curiosare dopo il delitto in casa della vittima. Ma anche Chelmus Gelu rigetta le accuse. Non solo. «Il mio cliente assicura di non conoscere Pagano. Lo ha visto per la prima volta dopo il delitto. È sconvolto», afferma l’avvocato Giuseppe Piserchia, difensore del giovane romeno insieme al collega Andrea Chierchia. «Gelu con questa storia non c’entra nulla e lo dimostreremo al giudice nel corso dell'udienza», sottolineano i difensori.

La sicurezza in Consiglio. L’uccisione di Albina Paganelli ha sconvolto la città. Gianni Mariotti, consigliere provinciale di Sel, torna a chiedere più attenzione sul sociale. Il Pd invoca la convocazione urgente degli stati generali sulla sicurezza e un consiglio comunale straordinario con un unico punto all'ordine del giorno: la sicurezza. Il Partito democratico chiede che alla riunione dell’assemblea civica siano presenti il prefetto, Fulvio Rocco De Marinis, i dirigenti locali e provinciali delle forze dell’ordine.

I funerali. Ieri pomeriggio la salma di Albina Paganelli è stata riconsegnata ai familiari. La camera ardente è stata allestita nell’obitorio del San Pio, ma in tanti hanno voluto poggiare un mazzo di fiori davanti alla casa della povera donna trucidata per poche decine di euro. Oggi nel primo pomeriggio il feretro sarà riportato a San Salvo per le esequie. I funerali si terranno a partire dalle 16 nella parrocchia di San Nicola.

Paola Calvano

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