Trans aggredita, condannato il dentista 

Due anni e 8 mesi per Esposito: cade l’accusa di tentato omicidio, ma il professionista rimane agli arresti domiciliari

CHIETI. Due anni e 8 mesi di carcere per l’aggressione alla trans colombiana dopo il festino a base di sesso, cocaina e alcol. È la condanna inflitta con l’abbreviato al dentista Ottavio Esposito, 30 anni di Casalincontrada, finito nei guai per la notte di sangue e follia che si è consumata il 4 febbraio del 2018 a Chieti Scalo, in un appartamento di viale Benedetto Croce. Il pm Marika Ponziani, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, aveva chiesto la condanna a 8 anni più la diminuente del rito. Ma il giudice Isabella Maria Allieri ha riqualificato l’imputazione di tentato omicidio in quella di lesione aggravate ai danni della transessuale Silvana Valencia Villanueva, 20 anni. All’uomo veniva contestata anche la cessione di cocaina, fatto che è stato inquadrato nell’ipotesi della lieve entità. Esposito rimane comunque agli arresti domiciliari. Assolta, invece, perché il fatto non sussiste, un’altra imputata estranea all’aggressione: Roberta Carnassale, 38 anni di Chieti, ieri difesa dall’avvocato Diego Bracciale, accusata di spaccio.
La trans ha raccontato di essere stata accoltellata a collo, mani e a un piede e di essere stata presa a pugni al culmine di una lite seguita a una notte all’insegna dello sballo. Silvana ha detto che il dentista è diventato violento a causa del mix di droga e alcol e, quando lei ha iniziato a rivestirsi per tornarsene a casa verso le 6 del mattino, lui ha risposto aggredendola con un coltello da cucina dalla lama di 20 centimetri e tenendola ferma per i capelli. Silvana ha rivelato di essere stata pagata 500 euro ogni tre ore, per un totale di 1.500 euro. All’apice dell’aggressione, ha riferito di essere riuscita ad aprire la porta e a buttarsi sul pianerottolo cadendo per due rampe di scale: si sarebbe rialzata soltanto pochi gradini prima dell’uscita poggiando una mano insanguinata sul muro, come dimostrerebbe l’impronta fotografata dai carabinieri.
La difesa di Esposito, affidata agli avvocati Giuliano Milia, Cristiano Sicari e Antonello D’Aloisio, ha respinto fin dalla fase delle indagini l’ipotesi del tentato omicidio sostenendo che quella notte scoppiò un diverbio per questioni di soldi, un litigio sfociato in una colluttazione durante la quale venne utilizzato un coccio di bottiglia; la trans riportò una ferita sotto il collo. Ferita che, secondo la perizia disposta dal giudice, fu provocata «dall’uso di arma da taglio atipica, a minima penetrazione»; mentre, per l’accusa, si trattò di una coltellata. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni: scontato il ricorso in appello di Esposito, che ha già risarcito la vittima.
Per un altro imputato, Danilo Di Giulio, 31 anni di Chieti, il gup ha disposto lo stralcio della posizione per un difetto di notifica: a Di Giulio dovrà essere consegnato di nuovo l’avviso di conclusione delle indagini. L’uomo è accusato di favoreggiamento perché avrebbe aiutato Esposito a cancellare le tracce del reato. Lo avrebbe ospitato nella propria abitazione dove gli diede abiti puliti al posto di quelli macchiati di sangue, consentendogli di nascondere sia i vestiti che il coltello usato per l’aggressione.
©RIPRODUZIONE RISERVATA