i tagli alla giustizia

Tribunale a rischio L’ultima speranza è unirsi a Lanciano

VASTO. La doccia fredda è arrivata nel primo pomeriggio, pochi minuti dopo la fine della concitata assemblea che si è svolta nell’aula magna del Palazzo di giustizia. La Corte Costituzionale ha...

VASTO. La doccia fredda è arrivata nel primo pomeriggio, pochi minuti dopo la fine della concitata assemblea che si è svolta nell’aula magna del Palazzo di giustizia. La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo delle norme sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Norme che prevedono di cancellare anche il tribunale di Vasto. Fino all’ultimo il presidente del Consiglio dell’ordine forense Nicola Artese ha sperato che dopo il sì della Cassazione arrivasse anche quello della Consulta. Ora si spera nella Corte di giustizia europea.

Intanto Artese ha proposto l’istituzione di un comitato. «Abbiamo tempo un anno e mezzo per salvare il tribunale ma deve essere una scelta condivisa con Lanciano», ha detto Artese ringraziando il presidente dell’Ordine forense frentano presente all’assemblea insieme a molti avvocati di Lanciano. All’intervento di Artese è seguito quello di molti politici: Emilio Nasuti, Antonio Menna, Antonio Prospero, Giuseppe Tagliente, Nicola Argirò. In platea i sindaci di tutto il Vastese e diversi rappresentanti della Provincia.

All’invito a “fare squadra” lanciato dai relatori, ha risposto polemico l’avvocato Corrado Squadrone. «Questo tribunale è già stato soppresso. La politica avrebbe dovuto muoversi prima. La politica dovrebbe tornare a pensare di più ai cittadini», ha tuonato Squadrone. Non ha risparmiato critiche a Gianni Chiodi e ai rappresentanti regionali, il consigliere provinciale Eliana Menna. «Chiodi avrebbe dovuto fare scelte chiare e difendere Vasto fin dall’inizio. Non può tenere sempre il piede in due staffe», ha detto la Menna.

Ha ribadito i danni economici che il Vastese e i cittadini subiranno dalla soppressione del tribunale, il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca. «Dobbiamo continuare a cercare una strada per salvare il tribunale. Le spese giudiziarie sono lievitate, diventeranno impossibili per le trasferte. Questa è una giustizia negata», ha dichiarato la Magnacca.

A questo punto la Regione, seguendo l’esempio delle altre regioni che avevano presentato la richiesta di referendum, potrà ricorrere alla Corte di giustizia europea. «Dobbiamo costituire un comitato ed essere uniti con Lanciano».(p.c.)

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