Tribunali soppressi Pupillo a Roma per unirsi a Vasto

Il sindaco al ministero contro lo smantellamento Assemblea allargata degli avvocati con il personale

LANCIANO. «Non fare azioni eclatanti di protesta, come lo sciopero della fame, non significa che non si stia lavorando per evitare la chiusura del tribunale». E’ la secca risposta del sindaco Mario Pupillo a quanti nei giorni scorsi si sono chiesti, vedendo le proteste degli avvocati a Sulmona, le azioni ad Orvieto, e nessuna azione a Lanciano, cosa stia facendo l’amministrazione comunale in difesa del presidio di giustizia, che, in base alla legge di riforma delle circoscrizioni giudiziarie dovrà chiudere i battenti. Lo farà però nel settembre 2015 grazie alla proroga concessa dal Governo all’Abruzzo che deve adeguare le strutture a causa del sisma che colpì L’Aquila 4 anni fa.

«La prossima settimana presenteremo al ministero la nostra proposta di fusione con il tribunale di Vasto», riprende Pupillo, «che è poi la soluzione prospettata al governo nel gennaio di due anni fa. E’ un progetto di riforma che prevede un unico tribunale di Lanciano-Vasto con sede centrale a palazzo degli studi, messo a disposizione gratuitamente dal Comune e un presidio di giustizia a Vasto dove resterebbe la procura. Una soluzione», continua il primo cittadino, «che farebbe risparmiare circa 250mila euro annue al governo di affitti e permetterebbe ai cittadini di non dover sostenere spese maggiori per la giustizia per andare a Chieti e al territorio di non ritrovarsi abbandonato. La cosa fondamentale è che c’è l’accordo con Vasto sulla necessità di unirsi, per salvare il salvabile, fermo restando che si aspetta il miracolo della marcia indietro del governo su una decisione scellerata, che fa aumentare e non diminuire i costi della giustizia e lascia sguarnito un territorio enorme quale quello frentano e vastese».

La proposta di fusione sembra quindi quella più valida, anche se poi decidere quale città sarà sede del presidio, quale della Procura- che però solitamente sono sistemate nella stessa sede e non sono divise - dove sistemare i giudici di pace non sarà semplice da stabilire.

«E di sicuro non lo stabilirà il governo che preme per la chiusura», fa notare il presidente dell’ordine degli avvocati Sandro Sala «ma lo dovremmo fare noi. Il 4 ottobre terremo un’assemblea allargata al personale del tribunale per discutere delle azioni da intraprendere per far sentire la nostra voce. Poi vorremo organizzarne un’altra con Vasto per capire come andare avanti assieme perché da Chieti non arriveranno aiuti, il sindaco Di Primio è stato chiaro».

A Lanciano la situazione è ancora più difficile perché tra un mese o poco più saranno trasferiti altri due giudici: Paola De Nisco e Ciro Riviezzo. Da indiscrezioni quest’ultimo dovrebbe ricoprire la carica di presidente del tribunale dell’Aquila.

Due giudici che si aggiungono ai magistrati trasferiti il mese scorso, ossia Flavia Grilli e Giancarlo De Filippis.

«Così in città rischiano di bloccarsi i processi» dice Sala «e i due anni di proroga saranno ancora più difficili da affrontare. Bisogna agire, subito con proposte convincenti e fattibili che dimostrino la necessità di mantenere aperti i presidi».

Teresa Di Rocco

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