Troppe barelle all'ospedale di Chieti, arrivano gli ispettori

Le corsie scoppiano e infermieri senza riposo, controlli dell'ufficio del lavoro dopo la denuncia del sindacato degli infermieri. Torto: situazione insostenibile, si lavora in condizioni disumane

CHIETI. Ispettori del lavoro tra i reparti del policlinico di Colle dell'Ara per verificare i carichi di lavoro, le turnazioni osservate e le modalità con cui vengono richieste le reperibilità al personale infermieristico impegnato nelle aree critiche. Lo rende noto il Nursing up, il sindacato degli infermieri, che nei giorni scorsi aveva inoltrato una denuncia all'Ispettorato del lavoro provinciale per rimarcare i disagi con cui è costretta ad operare la categoria nei diversi reparti dell'ospedale teatino. Dove, anche ieri, abbondavano le barelle nei corridoi. E la visita di cortesia degli ispettori del lavoro non si è fatta attendere troppo. Anzi l'Ispettorato è stato piuttosto solerte.

«Riponiamo le nostre speranze», afferma Romano Torto, segretario aziendale del Nursing up, «nell'accertamento legale di una situazione che si è fatta davvero insostenibile. Il personale infermieristico lavora in condizioni disumane».

Questo perché i reparti scoppiano. Il policlinico di Chieti, seppur tra mille problemi quotidiani, resta un prezioso punto di riferimento sanitario per l'intera Valpescara. Ad aumentare i flussi di persone in ingresso ci hanno pensato, poi, le chiusure degli ospedali di Casoli e Gissi a cui si aggiunge il ridimensionamento dei nosocomi di Ortona, Guardiagrele ed Atessa. Un progetto sanitario che sta favorendo l'incremento esponenziale dei malati nell'ospedale teatino malgrado la direzione sanitaria della Asl si sia affrettata a smentire a più riprese questa tesi.

Di fatto, però, il policlinico di Colle dell'Ara non riesce a smaltire sempre le molteplici richieste di ricoveri ricevute a cadenza giornaliera. Non a caso abbondano le barelle nei corridoi. L'intera area medica, con in testa la Semeiotica, deve ricorrere alle barelle per sistemare i malati. Ieri è andata peggio, se possibile, all'Ostetricia che, a fronte dei 24 posti letto disponibili, presentava ben 40 pazienti dislocati alla meno peggio in ogni angolo del reparto.

«Un disservizio reale per i malati», spiega Torto, «che non riescono a ricevere un'assistenza sanitaria di qualità ma, soprattutto, per gli infermieri che faticano paurosamente a svolgere il proprio lavoro. La verità è che il contingente infermieristico viene assegnato ai reparti in base al numero dei posti letto e non alla reale quantità dei pazienti presenti, ben più elevata». Di conseguenza gli infermieri spesso e volentieri vengono chiamati a turni di lavoro massacranti. «C'è chi non osserva un turno di riposo da un mese con il ricorso frequente», aggiunge Torto, «al cosiddetto smonto e rimonto continuo di turno. La categoria è allo stremo delle forze». Da qui la denuncia all'Ispettorato del lavoro che lo scorso fine settimana ha inviato i propri emissari tra gli uffici e i reparti del policlinico. Sono state richieste le tabelle dei turni e interpellate le capo sala che, di solito, programmano il lavoro giornaliero degli infermieri nei vari reparti. Sull'esito dei controlli c'è, per ora, il massimo riserbo.

«Siamo di fronte ad una fase iniziale dell'accertamento», riprende Torto, «Per noi, comunque, è già un piccolo successo che gli ispettori siano venuti in ospedale».
Intanto i rapporti con la direzionale sanitaria rischiano un ulteriore raffreddamento. La prima spaccatura ufficiale si è registrata nelle scorse settimane.

Quando il Nursing up, a nome dei reparti del policlinico di Colle dell'Ara, ha inviato alla direzione una nota in cui si è sollevata da ogni responsabilità sulla qualità assistenziale garantita ai malati considerando le tante difficoltà sopportate, barelle in primis.
«Purtroppo», lamenta Torto, «la dirigenza resta distante anni luce dalla realtà con cui lavora. Non abbiamo interlocutori privilegiati e si naviga a vista». Diventa fondamentale per gli infermieri, quindi, cercare aiuti all'esterno. Meglio se tra gli organi istituzionali competenti come, appunto, l'Ispettorato del lavoro. «Chiediamo una tutela legale per la categoria che per ora- attacca Torto, «non c'è».

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