Uffici ex Genio civile a rischio per mancanza di personale

Ideabruzzo lancia l’allarme sul settore che rilascia le certificazioni antisismiche con soli 4 addetti e ripropone il problema dei numerosi edifici vuoti della città, dalle caserme agli ex ospedali

CHIETI. Da domani potrebbe non essere più attivo l’ufficio che si occupa del rilascio di certificazioni antisismiche, gestito dall’ex Genio civile, ovvero il Servizio di pianificazione territoriale, programmazione, attività tecniche territoriali. La denuncia arriva da Sergio Montanaro, di IdeAbruzzo. Le cause di questo grave disservizio - le certificazioni sismiche sono obbligatorie per ottenere le pratiche utili a costruire – sarebbero «il non rinnovo dei contratti ai precari, i pensionamenti e quindi», puntualizza Montanaro, «la non pianificazione per tempo di una corretta gestione delle risorse umane e professionali».

Il servizio è di competenza della Provincia, ma è finanziato dalla Regione: dovrebbero essere impiegate 10 persone, ma oggi ci sono al massimo 4 addetti.

«Ci si limita ancora una volta», accusa Montanaro, «a subire l’emergenza, che poi si ripercuote pesantemente sulla comunità, senza che siano stati presi provvedimenti finanziari per l’erogazione di tali servizi nei tempi e nei modi necessari».

Oltre alla carenza di un servizio fondamentale, il blocco, seppure momentaneo, dell’ex Genio civile, scoperchia la spinosa questione dello svuotamento del Colle, che negli anni ha perso strutture ed istituzioni importanti mai sostituite.

Solo pochi giorni fa i sindacati hanno lanciato l’ennesimo appello per salvare l’ospedale militare nella villa comunale. Lì lavorano 30 civili e 15 militari, che assistono pazienti provenienti anche da fuori regione: solo nel 2011 sono state effettuate circa 121 mila prestazioni medico-legali e sanitarie. Ma alla fine di settembre la struttura chiuderà i battenti, per un piano di riordino stabilito dal ministero della Difesa. Oltre alla perdita dei posti di lavoro, sarebbe notevole il colpo per l’indotto: ristoranti, alberghi, bar del centro storico. Proprio ciò che è accaduto con la chiusura della Caserma Berardi di via Ferri, che ha ammainato la bandiera lo scorso settembre. Fino ad allora ha ospitato ogni anno una media di 2.400 militari.

Sembrano troppo lontani i tempi in cui, durante i giuramenti, le famiglie arrivavano da tutta Italia per godersi lo spettacolo dei giovani in divisa, regalando ampio respiro all’economia cittadina.

Ingrossano l’elenco dei contenitori vuoti della città l’ex San Camillo, chiuso dal 2007; la biblioteca De Meis, crollata nel 2005; l’ex banca d’Italia, sede momentanea del municipio a causa del danneggiamento di palazzo d’Achille durante il terremoto del 2009. E vuoto è anche il vecchio ospedale Santissima Annunziata. Oltre alla caserma Pierantoni, l’ex istituto Santa Maddalena e l’ex Santissimo Rosario, al centro del chiacchierato progetto di finanza denominato Polis che dovrebbe farne studentato, negozi, pub, palestra e hotel di lusso.

Francesca Rapposelli

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