Una falda mina la Fondovalle: così resta chiusa la variante

Quadri, non si ferma la frana nella zona di prolungamento della statale che aggira il centro abitato Fagnilli riporta il caso in Provincia: voglio sapere cause, motivi e responsabilità di quanto succede

QUADRI. Escavatrici, trivelle, tubi, componenti edili, gruppi elettrogeni, motoseghe, lenzuoli, idrovore. Insomma macchinari e attrezzature di ogni natura e di ogni tipo. Ma dopo settimane di lavori, un nuovo smottamento interessa quella zona. Ed è un ricominciare daccapo. Non c’è pace per la variante di Quadri della fondovalle Sangro. Tutta la strada che collega l’Alto Sangro con il mare Adriatico era stata considerata opera strategica dal governo con i piani infrastrutturali del ministero dei Lavori pubblici fin dalla fine degli anni Novanta, così come dalla Regione.

L’apertura agli automobilisti del proseguimento della strada statale 652 che pareva ultimato a metà gennaio scorso tanto da far annunciare la cerimonia d’inaugurazione per il 28 dello stesso mese, è rinviato sine die. Con i mugugni dei pendolari, le proteste dei residenti a Quadri costretti a digerire ancora il traffico pesante che investe il centro del paese, e le interrogazioni degli esponenti politici del comprensorio.

L’ultima richiesta di chiarimento sulla strada ancora chiusa e sulle opere eseguite e da eseguire vista l’emergenza frane, l’ha riformulata Palmerino Fagnilli, consigliere provinciale Idv e sindaco di Pizzoferrato. In una nota al presidente della Provincia e al presidente del consiglio provinciale, Fagnilli chiede di conoscere le cause e i motivi di quanto è accaduto; quali sono le soluzioni e gli interventi che si vogliono adottare; quali sono stati i costi per eseguire i primi interventi e quali quelli da sostenere per risolvere definitivamente il problema della frana. Ma non basta. Fagnilli vuole sapere «se corrisponde al vero che c’è una grande quantità di acqua», nella zona «e un sistema di 17 pozzi, anche di importanti dimensioni fino a 5 metri di diametro e 15 di profondità, che vengono svuotati con pompe elettriche numerose volte durante una settimana: se così fosse qual è stato l’esito della deliberazione 43 del 1° giugno 2012 (era un ordine del giorno presentato dallo stesso Fagnilli e approvato all’unanimità, ndr) sul controllo e recupero dell’acqua. Infatti il consiglio», continua il consigliere provinciale Idv, «aveva discusso e approvato la eventualità di verificare con studi e monitoraggi la possibilità di trasformare la causa della frana in una possibile utilità».

Il consigliere-sindaco chiede anche «se corrisponde al vero che l’Anas dava un bonus di 80 euro ai suoi dirigenti al fine di accelerare l’apertura e l’inaugurazione dell’opera».

I lavori in questione riguardano la costruzione del secondo lotto, secondo stralcio, primo tratto, tra la stazione di Civitaluparella e lo svincolo di Quadri-Borrello, di due chilometri. Il costo dei lavori, annunciati per 18.615.546,37 euro, sono saliti a 26.527.637,07 per 1.140 giorni di lavori. Poi è intervenuta una successiva perizia di variante per una nuova frana nel 2010 per l’importo di 12 milioni e poi un’altra nel 2012 con un importo suppletivo di 10.035.000 euro. «L’ultima perizia», sottolinea Fagnilli, «era stata impostata sulle risultanze di indagini geognostiche durate un anno per valutare gli effetti delle oscillazioni della falda idrica». Il problema è che, malgrado le spese sostenute, la frana a oggi non vuole saperne di fermarsi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA