Utenti tassati due volte per colpa di Tarsu e Tares

Ricorso-pilota del fiscalista D’Orsogna contro il cambio dell’imposta sui rifiuti «Il Comune ignora i pagamenti fatti: ho chiesto il rimborso di quanto versato»

LANCIANO. Il ritorno alla Tarsu, deciso dal consiglio comunale il 29 novembre scorso, potrebbe costare caro alle casse del Comune. Lo studio tributario di Francesco Paolo D’Orsogna, esperto di fisco, ha avanzato richiesta di rimborso dell’ultima rata della tassa sui rifiuti, sostenendo che «a Lanciano si paga doppio», ovvero che il Comune avrebbe richiesto prima il pagamento della Tares e poi, a fine anno, della Tarsu, senza tener conto dei versamenti già effettuati. Nel 2013, quindi, i contribuenti lancianesi avrebbero pagato due tributi diversi per lo stesso servizio, quello di smaltimento dei rifiuti.

Quello di D’Orsogna potrebbe essere un rimborso-pilota. A luglio scorso il Comune gli ha chiesto il versamento di 420 euro a titolo di Tares per il 2013. Con successiva lettera della Soget spa, è poi arrivato l’avviso di pagamento di 216 euro, di cui 49 da versare allo Stato (0,30 euro al metro quadro) e 167 euro di saldo Tarsu 2013, pure saldati tra fine dicembre e i primi di gennaio.

«L'ente, in sede di liquidazione del saldo, non ha però tenuto conto dei versamenti effettuati a titolo di Tares», sostiene D’Orsogna, «la delibera del consiglio comunale, ripristinando la Tarsu, non ha previsto lo scomputo dell’omologo tributo già versato, con l’effetto, quindi, di una duplicazione impositiva, Tares-Tarsu, per lo stesso anno d’imposta.

Gli altri Comuni, nell’avvalersi del ripristino della Tarsu, hanno scomputato gli acconti versati a titolo di Tares. La norma che ha previsto il ritorno alla Tarsu specifica, inoltre, che «la copertura dei costi eventualmente non coperti dal gettito del tributo è assicurata attraverso il ricorso a risorse diverse dai proventi della tassa, derivanti dalla fiscalità generale dell’ente. Il Comune di Lanciano, quindi, non poteva aumentare la tariffa».

Nell’istanza di rimborso si ravvisa, inoltre, che l’ultimo avviso di pagamento è carente dell’aliquota riferita alla tariffa applicata dal Comune: c’è solo un generico riferimento, «in ragione delle tariffe deliberate dall’ente», una questione sollevata anche dal consigliere comunale di opposizione Manlio D’Ortona. «Sono state ritoccate in aumento le voci della tariffa, contrasto con la norma, e di ciò non è stata fatta menzione nell’informativa inviata al contribuente. L’atto, pertanto, è da ritenersi nullo e inefficace», è la conclusione a cui giunge lo studio tributario, che lunedì ha depositato l’istanza, indirizzata al dirigente dell’ufficio tributi del Comune e, in generale all’amministrazione. Èì stato chiesto il rimborso dei 167 euro versati come saldo della Tarsu. Se la richiesta venisse accettata, ogni contribuente potrebbe pretendere indietro i soldi versati. In caso di rifiuto dell’ente e trascorsi i 90 giorni dal deposito dell’istanza, D'Orsogna è pronto a impugnare l’atto. (s.so.)

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