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Vasto, a 12 anni prende a parolacce il suo prof

Il ragazzo lo insulta per dieci minuti a scuola, davanti a testimoni, lasciando di stucco un gruppo di genitori che chiama i carabinieri

VASTO. Dieci minuti di improperi e parole in libertà, indirizzate ad un professore. La cosa più grave, stando al racconto del testimone che ha chiamato Il Centro e i carabinieri è che ad insultare il professore sarebbe stato un alunno di circa 12 anni spalleggiato da un amichetto. «Stentavo a credere ai miei occhi», dice il perito infortunistico, Stefano Moretti. L'uomo si era recato a scuola (l'istituto non viene menzionato per proteggere i minorenni) per parlare con i professori della propria figlia. Quando è entrato ha sentito un ragazzino che a voce alta pronunciava insulti ». La cosa più grave è che le frasi pesantissime erano indirizzate ad un professore, reo evidentemente di avere fatto il proprio dovere», dice Moretti. «Sembrava quasi che l'alunno si divertisse ad insultare il professore sperando in una reazione di quest'ultimo», racconta il testimone. Il professore raccogliendo tutto il proprio self control non ha reagito». Ritenendo assurda e gravissima l'aggressione verbale all'insegnante ho chiamato i carabinieri. Spero che i militari insieme alla dirigenza della scuola convochino al più presto i genitori del minore terribile e prendano adeguati provvedimenti. Se è vero che un professore non deve permettersi di insultare e aggredire un alunno la regola deve valere anche se è un alunno che aggredisce a male parole il professore», insiste Moretti deciso a segnalare l'accaduto anche ai Servizi sociali e alla Procura per i minori dell'Aquila. «Quei minuti di "follia" non devono più ripetersi. Vanno ristabilite le regole. Se quel ragazzino è così aggressivo con un docente figurarsi con un coetaneo», annota Moretti ricordando che un docente della scuola pubblica italiana è un servitore dello Stato.

«Ognuno di noi merita rispetto, a maggior ragione un educatore».

La vicenda, a giudizio di Moretti è emblematica e potrebbe essere presa ad esempio di come sono cambiati negli ultimi decenni i rapporti tra insegnanti e alunni. Un tempo, i genitori avallavano quasi sempre l'azione del docente.

«Oggi, evidentemente no e un professore può essere offeso senza nulla poter fare. Non è giusto. Per quanto mi riguarda sono pronto a testimoniare a favore del docente e mi auguro che la stessa cosa faccia la professoressa che ha assistito alla brutta scena insieme con me», conclude Moretti.

Si narra che in Giappone gli unici cittadini che non sono obbligati ad inchinarsi davanti all’imperatore sono gli insegnanti. Il motivo è che i giapponesi sostengono che senza insegnanti non ci possono essere imperatori. (p.c.)

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