Vasto, estorsione e violenza sessuale Operaio ai domiciliari, ma può lavorare

Il giudice consente ad A.R., 35 anni, la facoltà di andare a lavorare in fabbrica, dalle 14 alle 22.30

VASTO. Resta agli arresti domiciliari ma ha facoltà di andare a lavorare in fabbrica, dalle 14 alle 22.30, A.R., l'operaio di 35 anni accusato di estorsione e violenza sessuale.

Il suo difensore, l'avvocato Giovanni Cerella è riuscito a convincere il gip Stefania Izzi a concedere all'indagato l'opportunità di recarsi al lavoro, evitando così il licenziamento. «A.R. lavora in un'azienda della Val di Sangro. L'assenza dalla fabbrica si sarebbe tradotta nella perdita del posto», spiega l'avvocato. Il rischio della disoccupazione è scongiurato ma resta quello di una severa condanna qualora le accuse nei suoi confronti di lui si rivelassero fondate. I carabinieri coordinati dal capitano Giancarlo Vitiello proseguono le indagini sulla scabrosa vicenda. Gli investigatori hanno acquisito tutti i contatti che l'uomo aveva in rete. Una alla volta, le ragazze saranno convocate e ascoltate per verificare quante sono le presunte vittime. In base alle accuse formulate da una 23enne di Lanciano, A.R. adescava giovani donne in chat o su siti di incontri, conquistava la loro fiducia e le invitava a casa con il pretesto di conoscerle meglio. Quando riusciva ad avere con loro rapporti sessuali, filmava tutto all'insaputa delle partner. Se poi queste ultime rifiutavano di incontrarlo di nuovo, le ricattava minacciando di diffondere in rete i filmati. I carabinieri hanno già sequestrato numerosi video. Il difensore del giovane insiste sul fatto che tutte le presunte vittime hanno raggiunto la casa dell'operaio volontariamente. «A.R. non ha costretto nessuno ad agire contro la propria volontà e lo dimostreremo», sostiene con tono perentorio l'avvocato Cerella. (p.c.)

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