in tribunale

Vasto, filma il collega deriso e diffonde il video: assolto

Alcuni lavoratori di un'azienda di San Salvo avevano appiccato il fuoco attorno alla poltrona sulla quale l'operaio si era appisolato. La scena era stata ripresa e pubblicata su Youtube. Per i giudice non è diffamazione

VASTO. È diffamato chi viene mostrato in atteggiamenti riprovevoli. La vittima di uno scherzo di dubbio gusto, ripreso da una fotocamera e diffuso su Youtube, non può considerarsi diffamato perché non sono le immagini in sé a denigrarlo. La sentenza è stata emessa ieri dal giudice monocratico del tribunale di Vasto, Antonio Lauriola. Il magistrato ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Carmine Petrucci, difensore della persona che aveva realizzato il video.

Facciamo un passo indietro e raccontiamo la storia. I lavoratori di un’azienda di San Salvo vanno in pausa pranzo. Uno di loro decide di riposare. Si siede e si appisola. Alcuni colleghi gettano un po’ di liquido infiammabile attorno alla sedia e circondano il poveretto con il fuoco. L’uomo si risveglia spaventato e comincia ad urlare, mentre gli autori del gesto se la ridono. La scena è ripresa da un altro collega, che poi diffonde le immagini su Youtube. La vittima non solo viene irrisa, ma anche convocata dall’azienda. Per il poveretto comincia un periodo decisamente poco felice. L’uomo, a quel punto, decide di difendersi presentando una querela. Non denuncia, però, gli autori dello scherzo, bensì chi ha ripreso la scena.

Ieri la vicenda è finita davanti al giudice monocratico del tribunale di Vasto. L’autore del video è stato assolto. In sostanza il giudice ha accolto la tesi del difensore dell’imputato, ovvero che le immagini diffuse su Youtube non mettevano in mostra una condotta grave del denunciante, ma semmai il comportamento scorretto dei colleghi che gli avevano fatto lo scherzo di pessimo gusto.

Le immagini, quindi, diffamavano questi ultimi perché rendevano noto un atteggiamento negativo e condannabile. Questi ultimi, però, non hanno ritenuto di querelare l’imputato.

Le immagini dell’operaio circondato dal fuoco, e messe in rete, lo mostravano in un atteggiamento da vittima e non certo mentre faceva qualcosa di male. Per questo motivo il video non è stato ritenuto diffamante per lui.

Soddisfatto il difensore dell’imputato. «Quello che ho sostenuto, e che il giudice ha condiviso, è la tesi che per essere diffamata una persona deve essere pubblicamente denigrata. Nella nostra società, purtroppo, ci sono persone sciocche che deridono un uomo stanco che si assopisce e non stigmatizzano il comportamento di chi ha acceso il fuoco. La legge non può seguire atteggiamenti errati», commenta l’avvocato Carmine Petrucci. (p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA