Vasto, le mani di una donna dietro il furto delle ostie

Indagini dei carabinieri sull’atto sacrilego di sette giorni fa a San Pietro, gli investigatori seguono anche la pista delle messe sataniche

VASTO. Potrebbe essere stata una donna una settimana fa a rubare dal tabernacolo della chiesa di San Pietro in Sant'Antonio la pisside con le ostie consacrate. É una ipotesi che con il passare dei giorni sta prendendo corpo. Intanto la vicenda si arricchisce di nuovi particolari. Quella notte oltre alla pisside i ladri, o la ladra, si impossessarono anche di due coppe. La pisside di metallo dorato vene ritrovata poche ore dopo a poca distanza dalla chiesa.

I carabinieri ai quali il parroco don Stellerino d'Anniballe ha denunciato il furto, hanno ritrovato anche le altre due coppe e gran parte delle ostie. Mancherebbe l'ostia più grande che viene mostrata ai fedeli dal celebrante durante l'offertorio.

Questo particolare induce gli investigatori a ritenere che più che un furto su commissione per la celebrazione di riti satanici si sia trattato di un furto di metallo. La pisside dorata ha indotto i ladri in inganno. Quando si sono accorti che in realtà il calice era di latta e non era d'oro lo hanno gettato via. I carabinieri per il momento però preferiscono tacere concentrandosi sulle indagini. Chi ha rubato la pisside e le due coppe deve avere memorizzato la collocazione del tabernacolo individuando l'ingresso più vicino all'altare. Per farlo probabilmente ha seguito per giorni le funzioni religiose nella chiesa tanto cara al vescovo,monsingor Bruno Forte e al vicario episcopale, don Mario Pagan.

Fra i fedeli che seguono i riti religiosi ci sono molte donne. Ecco perché prende corpo l'ipotesi della ladra in gonnella.

Va anche ricordato che dopo il furto di novembre 2011 delle particole consacrate dal tabernacolo della chiesa di San Giovanni Bosco, alcuni testimoni videro una donna che si allontanava dalla chiesa. Alcune impronte della ladra furono ritrovate vicino al tabernacolo svuotato e sul pavimento della chiesa. Potrebbe essere la stessa persona che una settimana fa ha ripetuto il raid nella chiesa di Sant'Antonio.

A prescindere dal movente resta la gravità del gesto. Un raid che ha varcato i confini della provincia.

Il vicario episcopale non è riuscito a nascondere il proprio rammarico. Come lui tutti i sacerdoti della diocesi. Gli investigatori comunque non disperano di risalire all'autore del gesto sacrilego.

Alcuni segni lasciati vicino alla porticina del tabernacolo potrebbero portare all'identificazione del ladro.

Chiunque fosse in grado di aiutare i carabinieri è pregato di riferire quello che sa.

Grazie alla collaborazione dei parrocchiani qualche mese fa in Toscana i carabinieri hanno identificato gli autori di ben tre furti di ostie messi a segno nelle chiese del Pisano.

Paola Calvano

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